di Angelo Valentino – Nel luglio del 2017 Matteo Salvini al Papeete preferiva la spiaggia di Chioggia. Quella ribattezzata “fascista”, la discussa `Playa Punta Canna´, diventata famosa per l’allestimento in stile Ventennio pensato dal suo gestore, Gianni Scarpa, che poi – su ordine della Prefettura – come si leggeva sulle cronache di quell’estate – ha dovuto togliere i cartelli con foto e slogan di Mussolini. Scarpa è indagato per apologia di fascismo, scriveva il Corriere. Che riportava la visita dell’allora solo segretario leghista non ancora ministro: «Questa non è una visita politica, ma di sostegno di un’attività professionale che dà lavoro a decine e decine di persone. Non mi interessano le idee di questo o quel bagnino, questo o quello stabilimento balneare. Mi interessa che in Italia si possa fare liberamente impresa e che le idee del passato non vengano processate».
“Appena scoppiato il caso di Chioggia, il leader del Carroccio aveva promesso, in un post su Facebook, che si sarebbe recato a trovare Scarpa, non escludendo neppure un aiuto economico per la difesa legale. «Se il gestore ha questa o quella idea – ha detto Salvini – non deve interessare né a me, né alla Procura, né al Parlamento. La storia si studia sui libri e penso che nel 2017 Parlamento e Procure abbiano tanto da fare. Occupare il Parlamento per fare leggi che condannano chi ha un accendino con la faccia del Duce mi pare demenziale». Quanto al reato di apologia di fascismo, secondo Salvini «è da cancellare, come la legge Mancino e tutti i reati di opinione. Processare le idee, di destra o di sinistra, mi sembra veramente folle. Se poi vogliamo fare il triste giochino dei morti sulla coscienza, se guardiamo le bandiere rosse lì c’è probabilmente sono molto più sangue».
Non male come inizio.
E oggi? Gianni Scarpa, a due anni di distanza, torna alla ribalta perché i Carabinieri di Chioggia lo hanno denunciato alla Procura per violenza privata aggravata da finalità di discriminazione razziale, ingiuria e apologia del fascismo. Secondo le accuse, avrebbe indotto una bagnante di Padova, nata in Italia da genitori originari dell’Africa occidentale, ad abbandonare a Ferragosto uno stabilimento balneare nel quale si trovava con una amica con comportamenti discriminatori accompagnati da musiche e frasi diffuse da casse e megafoni. Una volta uscita, la donna ha chiesto l’intervento dei militari. Due anni fa Scarpa, 66 anni, venne prosciolto perchè le sue azioni furono ricondotte alla liberta di pensiero garantita dalla Costituzione.
Questa volta come andrà a finire?