Bargna, Patto per il Nord sia anche espressione della nostra cultura e non solo movimento politico

Il preambolo che poi però è relativamente collegato al contesto di cui parleremo dimostra semplicemente che sono appassionato di numeri, numeri che si trasformano in parole, parole che servono a creare fatti.

Statistica ISTAT

Nel 2023 il 9,1% della popolazione di 15 anni e più, ha svolto attività di volontariato in forma organizzata e/o con aiuti diretti, con forti differenze territoriali e generazionali. Raddoppiano rispetto al 2013 i volontari attivi sui due fronti: circa un milione di volontari combinano entrambe le modalità.

Aumentano i volontari organizzati nei settori ricreativo e culturale, assistenza sociale e protezione civile e ambiente; calano in quelli religioso, sportivo e sanitario. Diminuiscono quanti offrono aiuto diretto a persone conosciute, mentre aumentano quelli che, con questa stessa modalità, si dedicano a collettività, ambiente e territorio.

Tra le motivazioni dell’attività di volontariato sono più spesso menzionati gli ideali condivisi e il bene comune nel volontariato organizzato, le emergenze e l’assistenza a persone in difficoltà nell’aiuto diretto. Pur con un trend in diminuzione, osservato anche nel tempo medio complessivo dedicato a queste attività (da 19 a 18 ore nelle quattro settimane), l’impegno volontario si conferma come pilastro della coesione sociale.

La partecipazione presenta un chiaro divario territoriale: nel Nord l’8,2% partecipa ad attività promosse da organizzazioni e il 6,0% offre aiuti diretti; il Nord-est è l’area più attiva (9,1% e 6,2%). Seguono il Centro (5,8% e 4,9%) e il Mezzogiorno (3,6% e 3,4%).

Nel 2023 il volontariato è una pratica diffusa soprattutto nella popolazione adulta: i tassi più alti interessano le persone di 45-64 anni (7,2% per l’organizzato e 5,9% per il diretto) e le persone di 65 anni e più (6,2% e 5,5%). I giovani (15-24 anni) prediligono le forme organizzate (5,3%) rispetto all’aiuto diretto (2,9%), mentre tra le persone di 25-44 anni le due modalità si equivalgono (4,8% e 4,9%).

Nel decennio 2013-2023 il calo ha riguardato soprattutto le generazioni più giovani.

Questi sono i dati, ora trasformiamo i numeri in parole

Una cosa piacerà a pochi ma è evidente, il Nord prevale, prevalgono ovviamente le forme di volontariato organizzato. Le tematiche sono quelle che la vita quotidiana più colpiscono. Spiccano assistenza sociale, la protezione civile e l’ambiente, cala il settore sportivo, mondo che ormai risulta spesso, se non sporco, comunque, legato al profitto e alla poca lealtà. Cala anche l’ambito religioso, manca alla lista ciò che forse non è considerato volontariato, ma militanza, la politica.

Dalle parole ai fatti

Il viaggio non è breve e neppure scontato. Notiamo che le persone si impegnano di più sui temi che fanno paura, per vissuto e per quanto i media ci raccontano e sull’assistenza ai bisognosi; al Nord, per quanto si racconti, non si è mai negato un aiuto a nessuno, senza farlo notare al mondo intero.

Manca oggi però la militanza politica, le persone non la seguono più, non si fidano più, non ci mettono più impegno, non ci mettono più la faccia, nemmeno vanno più a votare. I giovani nemmeno ne vogliono sapere.

La missione

Tocca a noi, che non solo ci consideriamo duri e puri, ma lo siamo, tracciare un percorso fatto di identità e appartenenza, di temi concreti, di onestà intellettuale e pratica, riportare le persone, soprattutto i giovani all’impegno politico, all’amore per la propria terra, alla propria comunità.

“Patto per il Nord” non deve essere solo un movimento politico, deve essere anche e soprattutto un movimento culturale che aggreghi oggi chi, ieri, è stato atomizzato dalle scelte politico-sociali.

Tocca a noi essere un esempio credibile per ricostruire un territorio, una comunità, un identità a cui credere.

Giorgio Bargna, Patto per il Nord Como

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