Per uscire dalla crisi la Brianza “individualista” cerca di fare rete

di GIORGIO CALABRESI

Un tempo era conosciuta per il suo spiccato individualismo, che tanti successi le ha consentito di ottenere. Oggi la Brianza tenta finalmente di fare rete per uscire da una crisi che l’ha colpita pesantemente. Una freccia, perché è un percorso, un itinerario, quello del «Saper fare», e tanti colori, perché contiene e porta rispetto per le identità di tutti i partecipanti: il logo di Brianza Experience racchiude in sé tutte le linee guida dell’iniziativa per cui il 20 febbraio scorso 9 Comuni delle Province di Monza e Brianza e Como hanno firmato un protocollo di intesa. Ora, è ufficiale, si parte. A riempire di contenuti quello che è un nome e un’idea, una intuizione del Comune capofila, Lissone, e di tanti imprenditori e creativi sparsi sul territorio che credono che fare rete sia l’unico modo per trainare fuori dalla crisi il sistema produttivo del mobile e del design. Tra i soggetti coinvolti o interessati Provincia di Monza e Brianza, Camera di Commercio, le varie associazioni di categoria e i sindacati ma anche l’Università Bicocca, Coldiretti, Assimpredil ANCE, il Consorzio Villa Reale e Parco, la Nazionale Monza SIAS e la Fondazione Gaiani. Un «par terre» ricco e vario. Anche se si tratta dell’eccellenza Made in Brianza il «faccio tutto io» non vale più, o almeno così la pensano, e lo hanno controfirmato nel patto, i 9 Comuni aderenti: Cabiate, Cantù, Carugo, Figino Serenza, Giussano, Lentate sul Seveso, Lissone, Mariano Comense, Meda e Seregno. Tra le iniziative, non mancheranno mostre e eventi, convegni e tavole rotonde, ma anche aperture al pubblico di aziende rappresentative, botteghe artigiane, dimore e ville storiche e musei privati.

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