Veramente non è così, caro sindaco. Lei con il luogotenente del boss nero Carminati lo ha visto, incontrato. Una cooperativa che dal Comune tra campi rom, servizi ad ampio spettro, portava via ogni anno in appalti, ma che dico, in aggiudicazione diretta, senza bandi, milioni e milioni di euro, poteva passare inosservata? Massì, in una città come la capitale, ce ne sono di cooperative, ce ne sono di aggiudicazioni… Il Campidoglio è più ministeri messi insieme. E in campagna elettorale, non si nega una stretta di mano a nessuno, vero? Neanche alla cooperativa 29 giugno, quella che sta portando, se solo il prefetto e le alte sfere lo decidessero, allo scioglimento per mafia del Comune.
Marino, lei è innocente, un po’ meno chi le sta attorno. Dal Pd a Forza Italia si fa fatica a distinguere i contorni delle compromissioni. Un padre di famiglia, davanti ad uno scenario così apocalittico, come minimo per il bene di cui è responsabile, farebbe un passo indietro, ma lei non ci pensa nemmeno. Che bisogno c’è di azzerare il Comune? Ma nessuno!
Questo si legge sui quotidiani.
“È accusata di essere la «cassiera» della banda guidata da Massimo Carminati ed è la prima a crollare. Da una cella del carcere di Rebibbia dove è stata rinchiusa martedì scorso, parla Nadia Cerrito e conferma le dazioni «in nero» a politici e funzionari. Collabora la segretaria di Salvatore Buzzi, il socio dell’ex estremista dei Nar. Ammette di essere stata lei «a preparare le buste con i contanti». E nell’indagine dei pm si registra il primo punto di svolta. Le carte processuali le assegnano un ruolo strategico nell’organizzazione. Lei dice di averlo fatto «per non essere licenziata». Ma ad accusarla c’è il «libro nero» sequestrato nel suo appartamento con l’elenco delle somme pagate e l’iniziale di chi le ha percepite. Decine e decine di dazioni, al massimo 15 mila euro, servite alla banda per controllare il Campidoglio e forse ottenere appalti anche dalla Regione Lazio. Un tariffario al quale si aggiungevano gli extra che il «capo», d’accordo con Carminati, avrebbe versato in occasioni particolari come le cene elettorali del sindaco Gianni Alemanno”. (Corriere della Sera)
L’elenco della spesa bipartisan
L’elenco dei politici finiti nell’inchiesta va da Alemanno, al capo della sua segretaria Antonio Lucarelli, al capogruppo del Pdl alla Regione Lazio Luca Gramazio. E poi ci sono gli uomini del Partito Democratico: il consigliere regionale Luca Odevaine, il suo collega Eugenio Patanè, il presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti. E poi ci sono gli “amici” come l’ex segretario della federazione romana Lionello Cosentino; il capo della segreteria di Ignazio Marino, Mattia Stella; il vicesindaco Luigi Nieri; il deputato Umberto Marroni; l’assessore comunale alla casa Daniele Ozzimo, marito della parlamentare Michela Campana, responsabile Welfare del partito, destinataria di una richiesta di un’interrogazione parlamentare di Buzzi che nell’sms di risposta scrive: “bacio grande Capo”.
Ma lei sindaco, non ne poteva sapere nulla. Neanche le sue persone di fiducia.
Segretario Indipendenza Lombarda