di Giuseppe Leoni – Mai come oggi siamo stati così connessi, eppure viviamo un’epoca di un individualismo diffuso senza legami con un crescente senso di smarrimento collettivo. Le reti digitali sembrano avvicinarci, ma la vita quotidiana si fa sempre più anonima. I luoghi di aggregazione tradizionali dei miei tempi (parrocchia, scuola, sport), hanno perso la forza coesiva. Ho l’impressione di vivere in una società “appiattita liquida”, incapace di strutturarsi, ma come ben scriveva de Rougemont “la persona non può realizzarsi integralmente senza relazioni significative nella realtà sociale in cui vive”.
Una società aperta, dove ciascuno ha un posto. Difficile a dirsi in una società segnata da logiche di dominio, competizione e paura dell’altro; sono convinto che ogni persona è un’idea unica e irripetibile di Dio. Da tempo dico che gli Alfieri del Federalismo devono essere una grande famiglia, dobbiamo mettere su casa e creare quel punto di riferimento e di aggregazione che non deve essere solo tecnologico che ora tanto manca alla nostra società, con incontri personali alimentando rapporti che chiamerei di fraternità, vedendo l’altro per quello che è: distinto, autonomo, libero. Fraternità non significa che siamo tutti uguali, ma che siamo tutti unici, e proprio per questo vorrei incontrarvi per lavorare insieme, sommare gli ideali personali e i propri progetti a beneficio delle nostre comunità.
Tutti insieme prenderemo ancora più coraggio, serve una rivoluzione politica contro questo Stato Nazione pasticcione, solo noi abbiamo la ricetta giusta, il federalismo. Ma se a metà di novembre tutti noi saremmo chiamati al congresso dovremo essere lì pronti, ben identificabili ad enunciare a tutti i nostri obiettivi, i nostri traguardi; ecco perché tra noi non ci devono essere identità personali fragili o irrisolte, chi non è in sintonia provoca inquietudine . È allora che la fraternità si ammala, si trasforma in fatica da sopportare.
Il fratello diventa nemico non per quello che fa, ma per quello che è. Ci ricorda qualcosa di noi che non siamo riusciti a integrare a far capire il nostro percorso, i nostri valori, il nostro progetto. Troveremo anche dei fratelli che si venderanno e migreranno presso altre famiglie, andranno ad abitare in altre case, non saranno di certo trattati da fratelli, saranno dei numeri, come sempre la politica fa. Ma il futuro ormai non può più essere diverso dal federalismo, dove la parola d’ordine é l’amore, la fratellanza, la libertà, la verità, la pace.