di MARIO DI MAIO – Anche la Lega ha la memoria corta e, adesso che è maggioritaria al governo, non credo possa più permetterselo. Dopo che (anch’io) siamo andati per anni nei mercatini a predicare la secessione del Nord, non è lecito scandalizzarsi se da qualche parte qualcuno sospetta che la richiesta di maggiore autonomia possa nascondere qualche trabocchetto “non ufficiale”.
Ma oggi in particolare c’è in ballo la TAV, e Salvini farebbe bene a ricordarsi che la vecchia Lega era contraria al progetto e che il torinese Borghezio era andato a protestare in Val di Susa con i NOTAV e che al ritorno era stato aggredito in treno dagli amici di Bertinotti, che lo avevano menato perché non gradivano condividere con la Lega la battaglia sul territorio.
Ma a suo tempo il leader della coalizione era Berlusconi che ha ” normalizzato” il comportamento dei suoi componenti.
A maggior ragione quindi non è assolutamente lecito trattare i 5stelle come Forza Italia ha trattato Bossi. Per di più, dato che i lavori negli ultimi anni non sono progrediti, una seria verifica attuale dei costi in relazione ai benefici non è una richiesta del tutto campata per aria.