Partito dei veneti, partenza col botto per la futura Südtiroler Volkspartei del Veneto. Ma i lombardi hanno capito che sta accadendo?

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Giacomo Mirto il Coordinatore Regionale del Partito dei Veneti è ripreso con gli altri esponenti di questa “confederazione”, cui aderisce Grande Nord, da 5 televisioni, Rai compresa. Riporta il quotidiano Padova Oggi: «1500 delegati hanno sancito la nascita del Partito dei Veneti. E’ stata la più grande convention pro-autogoverno della storia moderna del Veneto. Siamo assolutamente soddisfatti e da oggi i partiti nazionali non potranno più ignorarci e Roma non potrà fare a meno di confrontarsi con noi». Al grido “Autogoverno!” i partecipanti hanno poi sottoscritto il manifesto politico”. 

Tra i presenti a diverso titolo c’erano anche amici de lindipendenzanuova. Ettore Beggiato, Massimo Vidori, Davide Lovat, Luca Polo. Nomi e firme che ci ricordano spesso chi siamo e quale tensione possa animare una passione politica. Siamo seguiti e apprezzati più dai veneti che dai lombardi.

 Scrive su Il Foglio Carlo Lottieri,  che “Due temi scuotono l’identità della Lega: euro e autonomismo”.
E ricorda pure che “Da giorni sui social circola un poster con Morpheus, il personaggio di “Matrix”, che porge due pillole: una indicante Padova e l’altra, invece, che fa riferimento a Roma. E’ una trovata del neonato “Partito dei veneti” per sottolineare come si potrà andare alla loro prima convention, al Palageox di Padova, oppure confluire nella Capitale, dove Matteo Salvini ha convocato i leghisti in nome di quello che ha chiamato “l’orgoglio italiano”.

Certo, è vero che al momento molti veneti corrono dietro ancora a Zaia e Salvini, ne approvano la giravolta , le promesse temporeggiatrici, ma il dato politico è che “il cuore del malessere è in Veneto”. Ma va? E’ così da sempre. La Lombardia sonnecchiosa guarda e ancora non capisce. I veneti intanto si organizzano, fanno da sè. Preferiscono il leone di san Marco al patriottismo di cui si veste la Lega per proporsi come nuovo soggetto risolutore di tutti i mali del Paese.

Non si parla di secessione ma di autogoverno. Quello che serve per sopravvivere al mondo con cui si dialoga: l’Europa, la concorrenza che se ne frega se i burocrati fermano concessioni, appalti, autorizzazioni, le tasse che spengono lavoro e imprese.

Ci racconta Corrado Callegari, che ha lavorato al progetto di collaborazione in questi mesi col via libera del presidente di Grande Nord, Roberto Bernardelli, che ieri era al Palageox col segretario organizzativo, Monica Rizzi: “Questa è la più importante opportunità – la fiches più pesante. E’ la novità politica sostanziale del Nord. C’è chi l’ha capito e chi ancora no, pure al Nord… E lo dico anche agli amici più vicini. Ma il bello di noi veneti è che lavoriamo in silenzio, puntiamo ai fatti. Credo che più di così – aggiunge il responsabile della confederazione Grande Nord Veneto – non si potesse fare. Ci giochiamo tutto, per certi versi. Ma senza rimpianti, alternative non ce ne sono”. E mentre Callegari, che dalle pagine facebook di Grande Nord Veneto quotidianamente rilancia molti dei servizi de lindipendenzanuova.com, ci ringrazia: “La battaglia per l’autogoverno ha bisogno di una buona comunicazione politica, mirata, fatta per avere strumenti di contraddittorio e per far capire chi siamo. Dobbiamo far crescere gente che ragiona. E, spero, che legga un po’ di più. Il fatto che questa operazione ancora non sia compresa da tutti fa capire che sulla classe politica del Nord c’è da lavorare”.

Intanto da una parte c’è Salvini che sacrifica il Veneto per conquistare consenso al Sud. Dall’altra c’è un pezzo di Lega che in consiglio regionale torna a vestire i panni dei catalani mentre Salvini però abbraccia gli spagnoli di Vox, ultrazionalisti.

Zaia ieri era a Roma. Un altro Veneto è rimasto a casa, e si vota tra pochi mesi.

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