di Stefania Piazzo – Vedete, la coerenza è uno degli altri prodotti finiti negli scaffali presi d’assalto dalla paura di morire di fame. Il decreto firmato dal premier Conte e dal ministro Speranza contiene infatti una perla di rara bellezza semantica. Lì si assiste alla trasfigurazione della voce del verbo transitare, che in natura è un caleidoscopio di colori. Suoi sinonimi sono passare, viaggiare, attraversare, percorrere, procedere, varcare.
Diversamente, i suoi contrari sono fermarsi, sostare. Ma un provvedimento scritto per l’emergenza che se ne fa della grammatica? Ed ecco allora che con puntiglio i professori della sicurezza all’articolo 2 del provvedimento decretano col rullo dell’analisi grammaticale facoltativa che la transitività di un verbo si può trasformare in zona rossa del coronavirus.
In altre parole se sei transitato ad esempio sul tratto autostradale che costeggia gli sfortunati comuni, quindi l’autostrada del Sole, così come sui treni che sono passati sull’alta velocità… o lungo la tratta lodigiana che attraversa la zona rossa, devi andare a denunciarti all’autorità sanitaria di competenza. Poi dal transito si passa alla sosta. E quindi rientrano nella zona rossa l’area di servizio di Somaglia, o la stazione di Codogno o di Casalpusterlengo. Pensate solo al crocevia della Milano-Bologna-Roma-Napoli-Salerno che ruotano attorno a Casalpusterlengo O della Mantova-Cremona-Milano. Milioni di persone. Si sono accorti gli estensori illuminati dell’ordinanza della prevenzione, che centinaia di migliaia di pendolari dovranno andare ad autodenunciarsi?
Ma per facilitare il compito di chi ha steso l’ordinanza, obbligando un numero indecifrabile di cittadini, ad avvisare la propria asl di essere passati transitivamente di lì, basta soffermarsi sul precedente disastro ferroviario del Frecciarossa nel lodigiano. L’ordinanza dice che occorre procedere ad autodenuncia se si è transitati-passati dal 1° febbraio, giusto?
Il disastro ferroviario si è consumato il 6 febbraio. Vuoi che intere redazioni televisive, della carta stampata, ministri, portaborse, onorevoli, sindaci, assessori, protezione civile, curiosi, baracchini dei panini, non si siano fermati a Codogno? O non siano arrivati-transitati-passati proprio da lì? O non abbiamo preso un caffè a Somaglia, in autogrill, o si siano fermati a dormire nei comuni della zona rossa?
Allora, cari ministri, caro premier, e cari politici in transito, vi dovete autodenunciare. E spiegare a milioni di italiani, che il focolaio dell’approssimazione può colpire, eccome, transitando per la grammatica della politica, salute e lingua italiana. Il tampone batte dove la lingua duole.