Vietato bocciare in prima media. Impunità per legge

scuola media

di STEFANIA PIAZZO – Cittadini che non sanno né leggere né scrivere. Vuoti di memoria storici, geografici, come nulla fosse. Ora arriva la sentenza del Consiglio di Stato: uno studente di una scuola media di Scandiano, nel Reggiano, grazie a una pronuncia del Consiglio di Stato, non dovrà ripetere la prima media per andare in seconda, seppur insufficiente. I giudici hanno detto che servono  periodi più ampi, nel passaggio dalle elementari alle medie, per decretare un giudizio sull’allievo. Già i cinque anni precedenti non devono essere parsi sufficienti.

Il Tar aveva confermato la bocciatura. Le carenze erano parse evidenti, per motivare l’anno da ripetere.

Ma secondo il Consiglio di Stato, prima di decidere occorre vedere almeno due anni di profitto.

Nessuno si è interrogato su come possa superare la seconda media chi arriva già carente dalla prima? E, ancora, chi lo ha promosso alle elementari, è stato sempre obiettivo? O era un genio con 10 ovunque?

La scuola ha persino dovuto pagare 1.700 euro di spese per il giudizio, del tribunale. Chi ha fatto cioè il proprio dovere è stato condannato al risarcimento del danno: aver promosso i meritevoli, aver respinto chi non ha aperto il libro.

Stupirsi è inutile. Basta sentir parlare la gente, senza che si azzecchi un verbo, o leggere quanto scrivono i già promossi delle suddette scuole dell’obbligo di promozione, per perdere la speranza.

Ma una domanda è lecita. Le valutazioni sui giudici, sulla pubblica amministrazione, su chi dopo un anno non lavora, è rimandata al secondo anno di messa in prova? D’altra parte i genitori prendono esempio dai politici: stanno lì, sono da bocciare ma si prendono cinque anni di tempo per fare danno. Come la scuola di Scandiano, anche noi paghiamo per tenerli lì.

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