La casta governa e noi non la dobbiamo più votare

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di ALDO MOLTIFIORI – Se si considera che l’Iran dispone di Missili con gittata di 3000 Km gran parte dell’Europa è sotto la minaccia nucleare come nei peggiori momenti della guerra fredda. Ebbene il grande e democratico presidente Americano che ti combina? Con una sconvolgente mossa, degna del peggior Savoia del momento, obbliga il Senato a far passare una leggina (perfettamente in linea con il miglior Andreotti di buona memoria) per la quale occorre una maggioranza dei due terzi per rigettare una Trattato internazionale firmato dal Presidente. Peccato che la Costituzione americana prescriva nella sua prima parte, quella dei principi e dei doveri, quelli regolanti la vita dell’Amministrazione ed in primis quella del Presidente, che i trattati firmati dal Presidente devono essere APPROVATI, ripeto APPROVATI dal Senato con una maggioranza dei due terzi.

Caro Presidente, lei non è un Monarca alla Napolitano o alla Renzi come avviene nell’Italietta post- fascista. Lei non dovrebbe mai provare a violentare così palesemente la Legge fondamentale voluta dal popolo americano. Popolo che nasce a Plymouth, a Springfield, Westfield, e diventa Nazione a Philadelphia. Un popolo che non nasce a Nairobi, e che non cresce a Riad o a Teheran! Quando parlo di caduta del mito americano e della regressione della sua classe dirigente, purtroppo devo associare a quella democratica anche parte di quella repubblicana, altrimenti il golpe contro la Costituzione perpetrato al Senato non avrebbe mai avuto successo, dove i repubblicani hanno la maggioranza. Quella scellerata proposta di aggirare la Costituzione, infatti, è stata sponsorizzata da parte del gruppo repubblicano guidato dal Senatore repubblicano del Tennessee.

La Loggia P2 di recente memoria ha evidentemente fatto scuola anche negli USA. Prendiamo la vicenda delle e-mail di Hillary Clinton, di cui si parla ormai da prima dell’estate e di cui, nonostante la reticenza dei media italiani, si è potuto inquadrare la gravità dell’attentato alla democrazia americana. Quello che ho potuto accertare durante il mio lungo soggiorno negli USA è che il complotto della Clinton ai danni della democrazia è potuto avvenire perché di quella loggia fuori legge fanno parte membri del dipartimento di Giustizia, dell’FBI e della alta finanza. Cito solo un report che su CHANNEL 4   e su FOX ha fatto tremare lo stesso Presidente Obama. Fra coloro che nel Dipartimento di Giustizia Americano hanno deciso, prima ancora di vederle, di distruggere le email private della Clinton mentre era Segretario di Stato (equivalente del ministro degli esteri) figuravano due segretari personali della stessa Clinton.   Distruggere le prove è più che essere fuori legge, vuol dire essere sopra la legge! I non più giovanissimi ricorderanno un grande Gian Maria Volonté nell’indimenticata interpretazione di “Un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Nonostante il gran parlare che si fa negli USA sulla emergente e dirompente “disuguaglianza” in termini di reddito pro capite, – molto meno però di quanto non si faccia nel nostro sgangherato arcipelago di regioni chiamato impropriamente Italia delle banane, – la vera questione è rappresentata dal doppio standard in termini di legge, fuori legge sopra la legge e valori culturali tra chi governa e chi è governato.  La classe di chi governa, sempre più somigliante alla famigerata “CASTA” italiota, che quindi può fare, o dire, qualsiasi cosa e comportarsi nel modo che più le aggrada. Per contro il cittadino medio americano si trova nella morsa sempre più soffocante delle sanzioni più o meno ufficiali che gli vengono comminate per non essere sufficientemente suddito fedele alle opinioni della decadente “CASTA GOVERNANTE”.

Ho avuto occasione di leggere sulla Rivista Claremont, specializzata in recensione di libri in uscita nelle librerie, un saggio dal titolo “Il dopo Repubblica” dove il suo autore Angelo Codevilla fa proprio il caso di come tutta la Élite di governo di questo Paese sia stata spettacolarmente capace e con grande successo di minimizzare il caso clou della estate americana. Mi riferisco a quella terribile dichiarazione della candidata alla presidenza Hillary Clinton, la quale con dichiarazioni ufficiali aveva caratterizzato i sostenitori di Trump (il candidato repubblicano alla presidenza) come individui “DEPLOREVOLI”. Una chiarissima dimostrazione di delegittimazione politica che muove dalla rimozione del valore fondante della democrazia americana, ossia la libertà e la sovranità delle scelte politiche e istituzionali, e la sua sostituzione con l’approccio top-down del governante auto referenziale a sé stesso e non più al popolo. In questo senso i danni maggiori all’idea stessa della governance da parte del popolo sono stati arrecati dai Giudici più che dai politici stessi. In moltissime sentenze le leggi sono state letteralmente gettate nella spazzatura e sostituite con editti basati sui loro personali pregiudizi. Una storia ben nota in Italia dove una tale pratica è in vigore nella magistratura a partire dagli anni 70.

La tanto osannata riforma sanitaria, divenuta tristemente famosa con il nome “OBAMACARE” e la legalizzazione arbitraria di milioni di immigrati clandestini sono le due cartine di tornasole che dimostrano come tali decisioni e pratiche amministrative abbiano di fatto diviso gli Americani in due categorie: La Classe dei “sudditi protetti” ovvero di coloro che pur obbedienti possiedono privilegi e immunità, e la classe dei “sudditi in difesi” ovvero tutti gli altri. In quel saggio il dr. Codevilla conclude “eguaglianza prima della legge e eguaglianza di opportunità appartengono ormai alla memoria” e ancora aggiungo io “Il trionfo della irresponsabilità e della impunità” di una classe governante che sembra aver riscoperto e sposato l’Ontologia della diversità di Tommaso d’Aquino, secondo la quale è la volontà del governante che è legge piuttosto che la volontà del popolo.

Fra i tanti esempi di questa deriva autocratica e dispotica ne citerò due illuminanti.  Chi, solo un decennio orsono avrebbe potuto immaginare che una carriera sociale e politica sarebbe potuto essere rovinata per avere l’onta di affermare che il clima della terra è principalmente influenzato dal Sole. Oppure e peggio ancora che affermare che il matrimonio è l’unione di un uomo e di una donna sarebbe stato trattato come una colpevole sociopatia (malattia mentale) e infine di ieri, cosa avvenuta a Washington nel mese di agosto, che rifiutare di ammettere un uomo (certificato biologicamente) nella toilette riservata alle donne sarebbe costato la squalifica come rifiuto della società. Il fondo però è stato toccato a Philadelphia, la culla della democrazia americana, dove la Unione Americana per i diritti civili ha scoperto che migliaia di cittadini straniera senza alcun permesso legale di soggiorno negli USA sono stati registrati per il prossimo voto presidenziale. E a proposito di brogli elettorali il Procuratore Generale di quella città, che è elettivo a differenza di quanto avviene in Italia, il democratico Mark Herring, nelle elezioni del 2013, ha battuto il repubblicano Mark Obenshain per 165 voti su 2.2 milioni di votanti. L’una situazione (migliaia di voti illegali oggi) è strettamente correlata con l’altra (165 voti di differenza ieri).

Questi esempi sono la punta di un iceberg la cui possente mole affonda in una rete di poteri politici, giudiziari, burocratici e anche finanziari che stanno sempre più profondamente distruggendo la sovranità popolare.  Quella sovranità che per i padri fondatori di quel meraviglioso esempio di democrazia doveva costituire la sola ed unica sorgente delle leggi, una sovranità alla quale tutti i governanti ed i loro funzionari (vedi i Giudici) avrebbero dovuto in ogni momento rendere conto.

 

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