di ROBERTO BERNARDELLI – Fatta la legge, trovato il pasticcio. Via la Fornero? Magari! Solo ritardi… che rischiano anche di far saltare quota 100. Il governo infatti aveva promesso di non far scattare l’aumento di 5 mesi del requisito per la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi al 31 dicembre e un anno in meno per le donne), a prescindere dall’età. Ma c’è un problema, perché dal 1° gennaio l’aumento, secondo la legge legato alla speranza di vita, è già scattato.
Per la pensione di vecchiaia ora servono 67 anni d’età (e 20 di contributi) e non più 66 anni e 7 mesi. Per la pensione anticipata servono 43 anni e 3 mesi (un anno in meno per le donne) di contributi. Infatti nella bozza del decreto legge su «quota 100» stava scritto: «Attenzione! La norma deve entrare in vigore il primo gennaio 2019». Ma la norma, tra una fetta di nutella del vicepremier e altre menate, è saltata. Morale, il decreto dovrà e ridurre di 5 mesi l’adeguamento nel frattempo scattato. Fottuti anche i lavoratori «precoci» (che hanno iniziato il lavoro prima dei 18 anni), a cui non bastano 41 anni di contributi, ne servono 41 e e 5 mesi per andare in pensione.
Era stata promessa anche la proroga di «opzione donna», il regime di pensionamento anticipato per le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi e 58 anni d’età ma con l’assegno interamente calcolato col meno vantaggioso metodo contributivo, e la seconda che interessa i lavoratori svantaggiati che accedono all’Ape sociale, l’assegno fino a 1.500 euro a carico dello Stato, corrisposto a determinate categorie a partire dai 63 anni d’età.
Il governo ci metterà anche una pezza, per non saltare per aria, ma l’Insp dovrà poi emettere le sue circolari.. Ma i circa 200mila dipendenti privati (per i dipendenti pubblici i tempi saranno più dilatati) con diritto ad accedere a«quota 100» nel 2019, hanno già i requisiti ma non possono fare domanda di pensione. Il decreto non esiste ancora. avrebbero già i requisiti per presentare la domanda.