Verso il congresso di Grande Nord. Rizzi e Bernardelli: Il progetto più serio si chiama macroregioni. Miglio starebbe dalla nostra parte

di Roberto Bernardelli e Monica Rizzi –  Noi crediamo che il futuro del Paese abbia una cruna dell’ago obbligata. Quella della macroregione. Forse il grande professore Gianfranco Miglio, si è rivoltato dopo le giravolte di chi ha sposato tutti i compromessi possibili per arrivare a governare. Oggi i partiti di governo sono solo degli algoritmi, dei fan, dei follower sui social. Fondamentali certo, ma non sono il cuore della democrazia che è il consenso reale, non il consenso attraverso la persuasione che ci ammalia con la tecnologia a portata di mano.

La deriva che stiamo vivendo è dunque figlia di una democrazia malata. A decidere se mandare o meno a processo qualcuno, è la rete. Non entro nel merito dei fatti di cronaca,  ma questo è sintomatico del grado di analfabetizzazione e di coloseizzazione della politica. Pollice verso o pollice su. O vivi o ti condanno. I social come moderno panem et circencens, si dà al popolo quello che chiede il popolo per conservare il consenso, per indirizzare il consenso. La storia non ha bisogno di essere reinventata.

Prendiamo la parola in particolare alla vigilia del secondo congresso di Grande Nord dalle colonne di questo quotidiano, che è libero più di altri, come la rete, ma che ci offre lo spunto della riflessione, e dell’approfondimento, dell’analisi che è indispensabile per la politica.

Sono più di 50 anni che si parla di Nord e Sud. Delle loro questioni. Abbiamo provato la devolution, abbiamo provato i decreti attuativi del federalismo fiscale. Abbiamo provato l’autonomia. Ogni volta è stato un salto nel vuoto drammatico. Un buco con il nulla attorno.

 

Quale sarà il modo per arrivare ad un paese e a un nord di macroeregioni? Probabilmente passerà da quella cruna dell’ago che ho detto all’inizio. Perché per quanto si possa immaginare, la crisi morde e questo governo non è la risposta ai mali del Nord, del Centro e del Sud.

Non lo potrà essere, da solo, un governo dei territori esatta fotocopia di un centrodestra o di un centrosinistra che mandano avanti l’ordinaria amministrazione. Grande Nord potrà essere ignorato dalla grande stampa, dal cartello delle televisioni, per non disturbare i manovratori. Sono scene già viste. Ma gli eventi ci daranno ragione, occorre essere preparati a cavalcare questa nuova frontiera del Nord, perché saranno gli altri a chiedere cosa vogliamo e con chi stiamo.

Onorevole Roberto Bernardelli, presidente Grande Nord

Monica Rizzi, Responsabile organizzativo federale Grande Nord

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