Da quattro mesi non riceveva lo stipendio: quattro mesi durante i quali ha dovuto tirare avanti frugando nelle tasche, fino a non farcela più. E questa mattina ha deciso di compiere un gesto estremo: si è dato fuoco in Piazza Bra, a Verona, davanti alla sede del municipio.
Protagonista di questa drammatica vicenda un 27enne marocchino, operaio edile di un consorzio cooperativodi servizi di impresa. Il tentato suicidio è avvenuto durante un presidio di protesta organizzato davanti a Palazzo Barbieri, sede del municipio, da alcuni genitori per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’operato del Tribunale dei minori di Venezia e degli assistenti sociali.
Provvidenziale l’intervento dei carabinieri della compagnia di Verona che, impegnati nel servizio di ordine pubblico disposto in occasione del presidio, hanno prontamente spento le fiamme utilizzando un drappo dei manifestanti. I militari dell’Arma, dopo aver prestato i primi soccorsi, hanno anche recuperato l’accendino utilizzato e la bottiglietta nella quale il marocchino, residente in Verona, aveva versato la benzina.
L’uomo è ricoverato all’ospedale di Borgo Trento: è grave, ma non è in pericolo di vita. Il 27enne ha ustioni alla testa e alle gambe. È in osservazione nel reparto di psichiatria dell’ospedale. Al momento, a differenza di quanto si era appreso durante le prime fasi concitate dei soccorsi, le sue condizioni non risultano gravi.
Il drammatico fatto avviene a circa 24 ore da un altro tentato suicidio del tutto simile: quello di un artigiano di 58 anni che si è dato fuoco ieri mattina dentro un’auto parcheggiata davanti alla sede della agenzia delle entrate a Bologna. Anche in questo caso a spingere l’uomo al gesto disperato sono stati i motivi economici. Sono stabili, pur nella loro gravità, le condizioni dell’artigiano. L’uomo è ricoverato in prognosi riservata al centro grandi ustionati di Parma con ustioni sul 100% del corpo. Prima di compiere il gesto ha lasciato alcune lettere in cui spiega il suo gesto. “Pago le tasse – è il passaggio di una di queste – ora non ce la faccio più…”.
FONTE ORIGINALE: http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=188067