È il gioco del What If, del Cosa succederebbe se… – una delle sezioni più interessanti dell’Economist – e applicarlo a queste tempestose settimane è senz’altro un buon modo per capire dove ci sta portando (dove ci potrebbe portare) la ventata dei leader sovranisti con le loro rivoluzionarie proposte in materia di soldi, alleanze, confini, leggi e trattati, che vengono discusse con grande serietà in sede internazionale ma che, guardandole dal versante delle probabili conseguenze, costruiscono un surreale racconto distopico.
Cosa succederebbe se Theresa May ascoltasse i consigli del medesimo Trump e facesse causa all’Europa per danni invece di contrattare la Brexit? E che cosa se si ascoltassero i sovranisti di Visegrad e si chiudessero tutte le frontiere di terra? Se l’Italia applicasse i dazi sul riso e altri prodotti concorrenziali con l’agricoltura nazionale, se tutti i Paesi d’Europa introducessero questi dazi annientando reciprocamente l’export alimentare, se oltre alle persone si cominciassero a fermare le merci alle frontiere e si trasformassero in prodotto di lusso ogni cosa che siamo abituati a comprare senza sovraprezzo, dalle auto tedesche agli stracci cinesi? Se si chiudessero i rubinetti dell’immigrazione extra-europea?
Immaginate il giovane italiano laureato, che in attesa di un posto da ricercatore in università italiana (all’estero non si va più, ognuno a casa sua) dovrà scegliere se fare la mondina del riso o il raccoglitore di cocomeri come proposto dall’Ufficio di Collocamento oppure perdere il reddito di cittadinanza che – come è noto – è vincolato all’accettazione del posto di lavoro disponibile.
(…) Questo immaginario raccoglitore di riso, o custode di vacche, o badante, in caso di infortunio si rivolgerà alla fattucchiera del paese: il ticket ospedaliero (causa spostamento risorse verso la Nato) costa troppo. E costa troppo anche tutto il resto: l’energia e le case (nell’edilizia lavorano come manovali solo ingegneri disoccupati), le auto (ci sono i super-dazi su quelle orientali), gli arredi (Ikea ha chiuso, solo mobili nazionali) e per di più il Paese è sotto l’incubo di un colossale risarcimento danni all’Inghilterra, che ha fatto causa a tutti gli Stati europei chiedendo indietro i soldi versati nell’ultimo decennio all’Unione.
(…) Legge e ordine farebbero più paura di quel che fanno adesso. La formidabile Nato del 4 per cento guarderebbe i nostri confini con tutta la potenza necessaria. Ma siamo sicuri che vorremmo vivere in un posto così, farci crescere i nostri figli?