di Stefania Piazzo – In Italia nessuno ne parla. D’altra parte il principale interesse dei politici nostrani è occuparsi di legge elettorale per non perdere la prossima volta, giocare sull questione della prescrizione, mentre sul tema del lavoro si tace. Di preparano altri piani Marshall per il Sud, ben sapendo che sarà solo pastura elettorale. C’è una questione invece molto importante che è a due passi dai nostri confini ec è il fatto che tra tre mesi circa la Svizzera andrà a referendum per una iniziativa popolare che chiede di abrogare la libera circolazione delle persone con l’UE. Si voterà il17 maggio 2020.
Si chiederà di abrogare di comune intesa con l’UE l’accordo di libera circolazione, accordo che era previsto nei bilaterali del 1999. E se non fosse possibile concordare l’uscita, la Svizzera forte di un consenso popolare, uscirebbe punto e basta, in modo unilateriale.
L’iniziativa ha un nome: “Per un’immigrazione moderata”, per “disciplinare autonomamente l’immigrazione degli stranieri” e non concluda più trattati internazionali “che accordino una libera circolazione delle persone a cittadini stranieri”, come riporta anche Tvsvizzera.it.Persino l’Unione democratica di centro, destra conservatrice, guarda con timore al referendum. Sarebbe un passo indietro nella storia.
Già si votò un analogo progetto il l9 febbraio 2014, e il 50,3% si pronunciò a favore ma senza chiedere di cancellare la libera circolazione.
Si mitigò cercando di regolare la manodopera secondo le reali necessità dei cantoni, privilegiando in caso di ricerca di personale, gli svizzeri.
E cosa potrebbe accadere col Ticino? “Il consigliere di Stato sangallese Benedikt Würth, in veste di presidente della Conferenza dei governi cantonali, ha chiesto a nome dei Cantoni di votare “no” il 17 maggio”, riporta l’emittente tricinese.
“Ad oggi circa 10’000 posti di lavoro sono occupati da frontalieri, senza che questo abbia portato a fenomeni di dumping salariale”, ha detto. “Tornare a contingenti per gli stranieri metterebbe solo in difficoltà le aziende”. Con l’accettazione dell’iniziativa, inoltre, “non ci sarebbe alcun piano B e alla Svizzera non serve l’isolazionismo, ma rapporti con gli altri”, ha aggiunto.
Che strano silenzio però dalle parti di Roma, di Milano. Come mai il principale partito italiano di destra, sovranista, che esultava poche settimane fa per la Brexit, non sostiene di fatto una inziativa gemella, che porterebbe la Svizzera ad essere come la Gran Bretagna nella libera circolazione delle persone? Chi tace acconsente o resta muto per non cadere in contraddizione?