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Una scuola da mettersi le mani tra i capelli

Complessivamente, tra titolari di ruolo e supplenti con contratto a tempo determinato, il personale ATA nelle scuole statali ha raggiunto nel 2021-22, secondo i dati pubblicati nel Portale scuola del Ministero ed elaborati da Tuttoscuola, la ragguardevole cifra complessiva di circa 228 mila unità, di cui il 19,2% costituito da supplenti (annuali o con supplenza).

E’ quanto si legge sul sito di Tuttoscuola.it.

 

“Nelle scorse settimane Tuttoscuola ha documentato in maniera esclusiva – si legge – la situazione dei docenti precari (nonostante i funambolismi verbali da parte di qualche soggetto per cercare di far propria la portata dei dati, pur essendo costretto a citare la vera e unica fonte), puntando un faro su un fenomeno da sempre grave ma che è andato assumendo in maniera incontrollata negli ultimi anni proporzioni inaccettabili e sempre più dannose per il sistema”.

Ma non sono solo gli insegnanti a pagarne le spese perché, a quanto pare, è l’intera filiera a camminare sui carboni ardenti, collaboratori scolastici in primis, insieme al personale amministrativo.

“Su circa 228mila ATA in servizio nell’anno scolastico 2021-22, quasi 44mila erano supplenti con contratto a tempo determinato (annuali o a termine), pari al 19% e corrispondente circa ad un precario ogni cinque.

La situazione è dettagliatamente documentata dal Portale dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito che riporta anche le situazioni degli anni precedenti, consentendo una comparazione diacronica che mette in evidenza, come rilevato da Tuttoscuola anche per il personale docente, un incremento in progress preoccupante”.

Arrivati a 225 mila i posti con contratti a tempo determinato. Sette anni fa erano 100 mila.

Il ministero propone sempre riforme. Fino a quando non si affronterà alla radice il problema?

  

 

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