Il governo ha messo la fiducia per chiudere in poche ore il lavoro sulla legge di Bilancio. Tra i capitoli lasciati in sospeso dalla Camera c’erano l’estensione dei bonus sismici agli incapienti e gli organici di Camera e Istituto di statistica
Tra le misure chiave rimaste in sospeso alla Camera, in primo piano il bonus edilizio. I deputati avevano provato a superare gli ostacoli, che spesso si presentano nei condomini dove ci sono anche proprietari incapienti, consentendo a questi ultimi di cedere i crediti alle banche ma si erano scontrati con problemi di coperture. Da parte sua il governo aveva fatto intendere di essere pronto a riesaminare la questione al Senato, ma ora si è di fronte al nulla di fatto. In sospeso è rimasta anche l’intenzione di riconoscere uno sconto fiscale anche per lavori di adeguamento dell’immobile al fotovoltaico o per la bonifica dall’amianto.
In stand by anche la ripartizione del fondo da circa tre miliardi per gli enti locali: un nodo che l’Anci chiede venga affidato ad un decreto legge ad hoc. Tra le priorità, indica il presidente Antonio Decaro, lo stop “ai tagli a carico delle Città metropolitane e delle Province e l’innalzamento del 75% del turn over del personale”.
Bisognerà poi attendere ancora anche per la riduzione del 30% delle slot presenti nei bar e nei tabacchi, altrimenti prevista per il 2019, così come resta al palo il finanziamento delle tv locali e una norma ad hoc per la Rai che consenta di escluderla dai tagli a carico delle pubbliche amministrazioni. Niente da fare infine anche per il capitolo Anas: “Il contenzioso – ha assicurato il presidente dell’azienda Gianni Vittorio Armani – lo Stato lo pagherà. Se non ci saranno modifiche alla manovra sarà il prossimo governo a occuparsene”.
Sulla contrattazione pubblica, in attesa di capire come andrà avanti il dialogo tra governo e sindacati, l’accordo sugli 85 euro di aumento medio annuo è coperto finanziariamente per il 2017, ma si sperava di poter dare un altro anno di visibilità con le risorse anche per il 2018. Quanto al tema banche, se per alcuni casi specifici si dovrà ricorrere a un decreto ad hoc, sullo sfondo resta il tema della riforma delle Popolari, congelata in parte dal consiglio di Stato. Nel testo originario della Stabilità c’erano le norme sui contributi al Fondo di risoluzione e sulle Dta (deferred tax asset, Imposte differite attive), che erano state riproposte con emendamento e giudicate quindi inammissibili dalla Commissione Bilancio di Montecitorio. Temi a questo punto fuori dalla discussione, che al Senato non c’è.
(fonte Repubblica.it)