Un tetto al gas o viene giù tutto

“Andrebbe subito messo un tetto al prezzo del gas. Draghi ha fatto molto bene a tentare di coinvolgere l’Europa, ma se l’operazione non riesce, l’Italia deve farlo anche da sola”. Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi in una intervista a Il Messaggero. “Siamo ostaggi – spiega – non solo di strozzature nella fornitura di materie prime, di prezzi energetici alle stelle, di rincari generalizzati, ma anche di decisioni bloccate dalla burocrazia. Già a fine dicembre erano iniziate le avvisaglie di questa inerzia. E quando a maggio 2020 chiedemmo al governo di allora quale fosse il nuovo piano energetico, la risposta fu che non ne avevamo bisogno”, intanto “le imprese energivore sotto l’impatto di questi prezzi stanno bloccando la produzione. È un tema della massima urgenza. Hanno iniziato le acciaierie in Sicilia, seguite da quelle in Friuli e in Veneto, poi ha iniziato a fermarsi la ceramica in Emilia, ora le cartiere…”. Quindi sottolinea: “Va cambiato il mix energetico. Il governo in 5 giorni ha cambiato tre versioni sull’impatto del gas russo. Già l’anno scorso ci dicevano che gli aumenti di prezzo erano transitori e che con l’estate i prezzi dell’energia sarebbero calati. Lo leggo anche adesso. È tempo di imparare dagli errori del passato, errori che hanno spinto il Paese a essere dipendente dal gas russo per il 40% quando già nel 2014, dopo la guerra di Crimea, la Ue chiedeva ai partner di diminuire drasticamente l’import di gas russo: l’Italia l’ha raddoppiato”.

“Da tempo stiamo dicendo – prosegue – che l’automotive sarebbe entrato in crisi, ora le mancate forniture dei cablaggi ucraini mettono ancor più all’angolo il settore. Il contesto internazionale è completamente cambiato, perciò servono interventi decisi. In queste condizioni di prezzi non siamo in grado di raggiungere gli obiettivi del ‘Fit for 55′ mentre il Pnrr non copre gli interventi necessari per sostituire il gas russo, non solo con energia da fonti rinnovabili”. Inoltre sostiene che “è inaccettabile che ancora oggi il prezzo orario dell’elettricità venga fissato in base all’impianto meno performante. A questi prezzi, ciò comporta un super premio a chi ha costi più bassi, a cominciare da chi produce elettricità da rinnovabili” e “sento parlare di bonus per benzina e gasolio relativi all’extra-gettito fiscale. Anche qui non ci siamo: vanno tagliate le imposte indirette sui carburanti una volta per tutte. Non è possibile che lo Stato in questo momento benefici di un extra-gettito per miliardi e poi pensi di abbattere il prezzo al distributore solo di 15 centesimi al litro. In nessun paese europeo accise e Iva sono pari al 123% del costo industriale del carburante. E’ folle che ancora oggi su benzina e gasolio gravino voci come la crisi di Suez del 1956, la ricostruzione del Vajont, l’alluvione di Firenze, il terremoto del Friuli”.

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