Un pontificato che non unisce ma divide…

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di Mario di Maio – La Storia insegna che esistono colpi di Stato, qualche volta benefici e talvolta catastrofici. Ci insegna altresì che nei casi più fortunati le situazioni si risolvono rapidamente e senza spargimenti di sangue o inconvenienti gravi. Per quanto mi riguarda, sono persuaso che se esistessero i colpi di “Chiesa” Bergoglio sarebbe rientrato da un bel po’ in Argentina, dove avrebbe indubbiamente più tempo da dedicare al tifo del suo amato San Lorenzo de Almagro. Finora il colpo di Chiesa non è previsto perché si ritiene che il risultato del conclave non ammetta eccezioni o deroghe in mancanza di motivazioni invalidanti “certificate”.

So benissimo di non avere nessun titolo per sputare sentenze in materia, ma da quello che vedo e che sento in giro mi sembra di capire che una inversione di direzione e un ritorno all’ortodossia catechistica tradizionale stiano guadagnando sempre maggior ” peso” nelle aspirazioni di fette sempre più consistenti di cattolici praticanti(non necessariamente democristiani o leghisti), contrarissimi al “cambio di paradigma” così ben descritto nell’omonimo saggio di Jose’ Antonio Ureta.
Sembra pure che a cominciare dal Brasile e dal Messico la teologia della liberazione stia progressivamente regredendo nell’America del Sud.E dobbiamo essere ottimisti perché la pratica è di competenza dello Spirito Santo.
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