di Davide Redolfi – Ecco il “liberismo” in riduzione statalista. Un Paese di precari. Tre milioni di senza futuro, loro e le rispettive famiglie. L’Istat offre un quadro apocalittico.
Idem la disoccupazione , che è in stallo oltre il 9%. I disoccupati crescono tra gli uomini e tra gli under50, mentre calano le donne e gli ultracinquantenni. Per forza, non possono andare in pensione.
Tra giugno e luglio è cresciuto il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,2%, pari a +28mila unità); l’aumento coinvolge i soli uomini e tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni. Il tasso di inattività sale al 35,5% (+0,1 punti).
Col Covid sono sparite 300mila e più partite Iva.
Chiudono le botteghe, giusto?
Eppure la politica e i media ci narcotizzano con gli sbarchi, con il referendum per evitare il taglio dei parlamentari, infine ci dicono che il problema non è ridurre le tasse, cambiare forma di Stato. L’autonomia del Nord non è in agenda. E’ sempre presente invece la faccia di tolla di una classe politica che mangia la speranza e il futuro.
Incapaci di governare, capacissimi di farsi gli affari propri.