Un botto di fondi per le scuole del Sud. Ma come, non sfornano i voti più alti?

di Cassandra – “Per il ministro del Sud oggi è davvero una bella giornata, perché i bandi del Pnrr per la scuola testimoniano la sincerità dell’impegno del governo Draghi per il recupero dei divari tra Nord e Sud”. Lo ha detto la ministra per il Sud, Mara Carfagna, illustrando in una conferenza stampa con i ministri Patrizio Bianchi ed Elena Bonetti, i primi bandi del Pnrr per il settore Istuzione. “La scuola è il primo, grande, banco di prova con cui ci siamo cimentati nell’azione di recupero dei divari tra Nord e Sud e sono pienamente soddisfatta del risultato”, ha affermato Carfagna, spiegando che lo schema di bandi vincola alle regioni del Mezzogiorno, nei diversi capitoli, quote dal 40 al 57,68%. “Abbiamo introdotto anche una specifica clausola di salvaguardia – ha aggiunto -: se qualche Regione meridionale non riuscirà ad assorbire tutte le cifre disponibili, il residuo sarà comunque redistribuito al Sud”. “L’abbattimento del ‘muro invisibile’ che divide i cittadini del Sud da quelli del Nord, fin dall’età scolastica, non è più la richiesta inascoltata di una periferia del Paese ma una ‘missione nazionale’ in cui tutti sono impegnati”, ha concluso.

Ma come, ministro, ma se le scuole al Sud sfornano gli studenti con i voti più alti?!

Perché gli esiti delle prove  Invalsi sono diverse rispetto a quelli degli esami di Stato?

Gli studenti della Campania, Puglia, Sicilia e Calabria all’Invalsi perdono punti, non accade lo stesso alla maturità. Risultati invertiti. La regione con più 100 e lode è la Campania, seguita dalla Puglia, dalla Sicilia. La Lombardia dimezza addirittura le lodi, seguita da Veneto e Piemonte.

E allora viene da dire che forse quei fondi servono al Sud, perché o le prove Invalsi sono taroccate oppure gli esami di maturità dicono la verità. Il gap c’è e resta. Ma basteranno i soldi per cambiare mentalità e metro di giudizio?

 

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