di ROBERTO BERNARDELLI – “Da oggi il potere torna al popolo e ci saranno due regole da seguire: comprate americano e assumete americano”: lo ha detto Donald Trump nel suo discorso inaugurale il 20 gennaio. Un rivoluzionario. Il “20 gennaio 2017 sarà ricordato come il giorno in cui il popolo è ridiventato il sovrano di questo Paese”. Lo ha ribadito ancora il presidente degli Stati Uniti, commentando sul suo profilo ufficiale Twitter l’Inauguration Day. “Grazie, America!”, E ancora: “Tutte le decisioni le prenderemo nell’interesse degli americani”, ”combatterò per voi, non vi lascerò. Ricostruiremo il Paese con mani americane e posti di lavoro americani”.
Vedete, gli americani come Trump, eletto dal ceto medio, dagli operai, dagli imprenditori, dai latinos, è un uomo concreto, che ama la propria terra, che difende la propria terra. E la sua, a differenza della nostra, è una alleanza vera, come tutti i patti tra lo Stato e il popolo, un contratto di lealtà che noi ci sognamo… “Il mio giuramento è un alleanza con gli americani, guardiamo al futuro, da oggi verrà per prima solo l’America”. Prima i lombardi, prima i veneti… capite?
“Oggi è una cerimonia storica, il potere viene trasferito da Washington a voi, agli americani”. Lo sconcerto è grande. Anche quando Trump ricorda che difenderà i confini, che prima di spendere miliardi per guerre all’estero, prima penserà alla difesa della sua casa. E’ un concetto di patria ignoto ai politici di casa nostra, invece, quelli che accolgono tutto, tutti, che spendono per i migranti in albergo mentre uomini e bestie crepano dal freddo in centro Italia. Sono due diverse e lontane concezioni di stato, di sovranità. Mai come oggi vorremmo essere tutti americani.