Trump destituisce il giudice pro-immigrati. In Italia i giudici contro la Bossi-Fini dettano legge

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di ROBERTO BERNARDELLI – Trova la differenza. Negli Usa il presidente Donald Trump, ha destituito il procuratore generale facente funzioni, Sally Q. Yates. La giudice, provvisoriamente a capo del dipartimento di Giustizia Usa, aveva pubblicamente ordinato alla magistratura statunitense di bloccare il bando temporaneo della Casa Bianca all’ingresso di rifugiati da sette paesi ad elevato rischio terroristico. Yates aveva sfidato l’amministrazione Trump definendo l’ordinanza sul blocco dei rifugiati “improvvida e ingiusta”, nonostante il suo ufficio per la consulenza legale non vi avesse riscontrato alcun profilo di incostituzionalità.

Cos’ha fatto Trump? Forte della sua sovranità e del mandato elettorale, è stata rimossa dall’incarico con l’accusa, leggete bene, di aver “tradito il dipartimento di Giustizia rifiutando di dare attuazione a un ordine legale teso a proteggere i cittadini degli Stati Uniti”.

Cosa deve fare un giudice? Applicare la legge.

L’amministrazione Trump ha nominato un nuovo procuratore generale facente funzioni, Dana Boente, già procuratore federale del distretto della Virginia orientale; Boente, nominato come Yates dall’amministrazione dell’ex presidente Usa Barack Obama, ha già precisato che il dipartimento di Giustizia non ostacolera’ l’applicazione delle ordinanze presidenziali in materia di immigrazione.

In Italia cosa accade? Secondo voi i giudici che hanno ostacolato l’applicazione delle Bossi-Fini in materia di immigrazione, sono stati rimossi? Mai. Forti della loro autonomia e del loro potere, brandendo l’indipendenza della magistratura, hanno applicato la loro visione di società. Aperta, libera, solidale, senza confini, fatta solo di diritti. Quelli decisi dalla loro visione di mondo, appunto.

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