Era il 15 marzo 2013 e all’indomani delle elezioni politiche in Italia, il sociologo Ferrari Nasi commentava così la sbandata dei sondaggi. Per non dimenticare e per prepararsi a quello che avverrà a breve in Italia.
di Arnaldo Ferrari Nasi – Qual è la differenza tra sondaggisti e sociologi?
Mmmhhh, i primi li conoscono tutti, ne parlano i giornalisti, i secondi nessuno. Tra i primi possiamo trovare pregiudicati che vanno ai talk show nazionali; plurifalliti che continuano a vincere appalti Rai con società di comodo; gente che ha la nomea di andare in giro “con in tasca gomma e matita, per cambiare i dati se al cliente non piacciono”. Sono un sociologo. Quando un quotidiano mi ha telefonato per chiedere quanti punti l’acquisto di Balotelli avrebbe portato al Cavaliere, ho risposto al giornalista: “ma non dica cazzate”. Intervista non pubblicata. A onor del vero, avevo immaginato anche che Monti avrebbe avuto un buon risultato. Le premesse c’erano tutte, uno dei temi più importanti dell’intero 2012 era stato quello della stabilità, di cui lui era il campione. Ma quando è salito in campo ha fatto di tutto per rovinare tutta l’immagine che si era costruito. Di rigore intellettuale, ad esempio, sparando subito un improbabile qualcosa sull’abbassamento delle tasse. O portandosi dietro in bella mostra i simboli di Casini e Fini, che gli hanno immediatamente tolto quell’idea di novità e di non appartenenza alla vecchia politica. Le elezioni sono andate come dovevano andare, non ci sono state sorprese per chi aveva letto i dati con una certa attenzione. Ai giornalisti, dico che le palazzine schifose degli anni ’60, in Italia, le hanno costruite i geometri, non gli architetti. Costavano meno, ma quello è il risultato. Ai tanti politici che in quelle palazzine “ci hanno voluto abitare”, porto invece i saluti dei 163 nuovi parlamentari grillini. (da analisipolitica.it) |