di STEFANIA PIAZZO – Partiti afoni, opposizione senza parole. Davanti a Juan Gaudò che cerca di rovesciare la dittatura di Maduro, l’Italia tace. Stanno zitti tutti, perché il Venezuela è lontano mentre i barconi e altre questioni locali invece sono più vicine. L’Europa con Federica Mogherini dice appena che saranno i singoli stati a prendere posizione. Ad avere un neurone in testa sarebbe bastato alzarsi in piedi e chiedere che finalmente l’Europa, dei popoli o di quel che si vuole, prendesse una posizione. Guardate cosa è accaduto a Strasburgo. Juan Guaidò è stato riconosciuto dal Parlamento dell’Unione Europea come presidente legittimo ad interim del Venezuela con 439 voti a favore, 104 contrari e 88 astensioni. Tra quegli astenuti, ci sono gli eurodeputati M5S e leghisti e 5 del Partito Democratico.
La democrazia non è essere padroni a casa propria. E’ credere o all’Europa che prende posizione davanti a prigionieri politici in carcere ed elezioni farsa oppure tornare ai piccoli stati e al fare quel che ci pare.
La debolezza dei partiti in politica estera, il silenzio imbarazzante di tutti, è l’esito di una cultura che ha smantellato la cultura politica, il senso delle connessioni e del destino globale. C’erano i campi di concentramento? Beh, non erano a casa nostra. Guardate che non c’è differenza.