di SERGIO BIANCHINI – La rissosità politica degli italiani si rivela anche sul terreno della salute e in particolare di quella dei bambini. E proprio il riferimento ai bambini genera logicamente, o meglio naturalmente, un’ansia che pretende decisioni rapide.
E così una ministra senza storia, assente fino a quel provvedimento dai pensieri dei contemporanei dei posteri, ha forzato la situazione rendendo obbligatorie 12 vaccinazioni e surclassando tutti i paesi europei.
Nella sarabanda delle ansie e delle tifoserie io provo a chiarirmi le idee da solo visto che il dibattito non basta a farlo. Allora, chi si vaccina difende se stesso. Chi vaccina i figli difende i propri figli. Quindi se uno vuole difendere la propria famiglia può farlo tranquillamente. Parlo di gente comune che non entra troppo nel dibattito scientifico e deve accontentarsi di seguire il parere della maggioranza degli scienziati.
Ma perché qualcuno non vaccina i figli? Ci sono 2 tipi di genitori, quelli trascurati e superficiali e quelli che sono preoccupati. Trattandosi della protezione dei bambini è giusto rendere obbligatorie le vaccinazioni, quelle davvero sicure, senza esagerare, senza eccessi di zelo, affinchè possa essere contrastata la trascuratezza colpevole dei genitori superficiali. La stessa cosa si fa per chi dimentica i figli in auto introducendo il seggiolino sonoro obbligatorio.
Ma nel caso di genitori preoccupati da vicende reali magari accadute a figli maggiori o altri parenti o conoscenti mi sembra necessario consentire l’obiezione di coscienza. In questo caso non si tratta di correggere un genitore distratto ma di collaborare con dei genitori molto attenti alla salute dei propri figli con i quali non va bene usare la minaccia e il ricatto. Ci vuole la collaborazione attenta.
Quindi sarebbe semplice, stabilita l’obbligatorietà, consentire l’opposizione scritta e motivata di casi personali magari seguiti poi, senza terrorismi, da autorità sanitarie rispettose dei genitori e del loro potere discrezionale sui figli.
Certo il potere discrezionale sui figli non deve essere assoluto ma non deve nemmeno essere azzerato e non è nemmeno giusta, anzi è profondamente errata, una visione in cui si veda solo lo stato come difesa suprema del bambino.
Oggi nei toni di alcuni dibattiti affiora persino una visione in cui i genitori sono la principale minaccia per i bambini stessi e si delinea apertamente un ruolo improprio dello stato come unico garante del bambino, contro tutto e tutti.
Come preside ho avuto esperienze precise di questo atteggiamento anche in conflitti tra tribunale dei minori e dirigenza scolastica per interventi ultra muscolari del tribunale stesso su alunni in situazioni familiari problematiche.
Rimettiamo allora le cose sul giusto binario. I genitori nella grandissima maggioranza sono i principali e legittimi difensori dei minori. Amano i propri figli e cercano di proteggerli ed educarli.
Lo stato deve collaborare con questa grandissima maggioranza e col suo modo di sentire, proteggendo si i minori da trascuratezze e prepotenze incivili ma collaborando con le situazioni di preoccupazione animate da ottimi, legittimi ed a volte lodevoli sentimenti genitoriali.
Ultima considerazione: il bambino non vaccinato non può danneggiare il bambino vaccinato, anche nel caso sia infetto.
Quindi le preoccupazioni per la compresenza nelle classi di non vaccinati sono fasulle.
Ci sono ben altre compresenze invece sottaciute e davvero pericolose a cui la medicina scolastica ormai azzerata ha rinunciato ad opporsi. Ad esempio le analisi biennali sulla tubercolosi previste fino a pochi anni fa per gli insegnanti sono state abolite. Così la sospensione della frequenza per i portatori di pidocchi. Esempio ancora più grave, anni fa un preside mio collega mi raccontava di avere avuto, con obbligo di segretezza, l’iscrizione in una classe un bambino malato di AIDS e che ciò avveniva all’insaputa di tutti gli altri bambini e genitori. Rimanemmo entrambi sorpresi e allibiti. Penso che la cosa avvenga ancora anche se non se ne parla.
La tifoseria sui vaccini quindi non va bene mi sembra alimentata ad arte e genera la consueta rissosità politica e non certo il bene sanitario.