di RICCARDO POZZI – La Repvbblica degli aggettivi….
Ascoltare i vecchi militanti comunisti offendersi per l’aggettivazione affibiata da Salvini al latitante Battisti, “terrorista comunista”, ha ricordato molto il fastidio con cui i musulmani che si definiscono “moderati” reagiscono ai commenti dei giornalisti e politici che aggettivano come “Islamico” il terrorismo che così si autodefinisce.
La rarità dei casi in cui la mia irrilevante opinione non confligge con quella del “capitano” non mi porta ad essere antisalviniano per principio.
Così come ai cittadini di fede musulmana tocca ingoiare che il terrorismo si autodefinisca “Islamico” e tocchi a loro farci culturalmente i conti, anche se vorrebbero non averci a che fare, così anche il vecchio comunismo, per quanto puro e proudhoniano, per quanto popolare e intriso di buone intenzioni, deve fare i conti con la sua vecchia degenerazione ideologica che portava a uccidere per la causa comunista e a proclamarlo con orgoglio. Tocca ingoiare il rospo che, divenuto dinosauro, è diventato un pò indigesto.
Detto questo resta il retrogusto, il sottile amaro disgusto nel verificare il tono di questa politica con la lettera piccola. Andare all’aeroporto per attendere mediaticamente il cinghiale appena catturato e mostrarsi come si mostravano i grassi cacciatori occidentali col piede sul leone, dopo il safari.
Ognuno ha il proprio stile. Il ministro Salvini, nel caso ci fosse stato bisogno, ci ha ricordato il suo.