di GIORGIO TEANI – Mi hanno chiesto perché sono andato a Venezia per la Manifestazione degli indipendentisti. Ci hanno detto che parlare di autonomia e indipendentismo è fuori moda. Ormai siamo tutti sovranisti. Personalmente invece credo che l’autonomia sia l’unica strada percorribile; autonomia fiscale prima di tutto, combattendo per trattenere un residuo fiscale, quello lombardo, che da solo ci darebbe 54 miliardi di Euro. Vuol dire avere i soldi per creare lavoro e avere un istituto previdenziale autosufficiente. Soprattutto però sono andato a Venezia per affermare quello che vedo con i miei occhi.
Ovvero un Paese, l’Italia, in cui tantissimi miei coetanei, ragazzi giovani, scappano dal sud per venirsene nel nord a cercare un lavoro. A trovare una dignità personale. Altro che reddito di cittadinanza: i giovani e non solo loro, vogliono il lavoro. Per questo credo che l’autonomia e l’indipendenza siano l’unica strada. Essere padroni a casa nostra, gestire noi i soldi che Roma spreca, credo sia l’unica scelta possibile. Per questo ho scelto di esserci a Venezia. Nel 1996 non ero ancora nato, ma ventidue anni dopo, posso dire che osservo ciò che altri videro lungo il corso del Po e fino a Venezia nel 1996. Non puoi essere schiavo e pretendere di esercitare la libertà. La libertà è innanzitutto una conquista. Fatta di consapevolezza e di onestà. Quando vedo che nella mia città nulla è cambiato rispetto agli ultimi 40 anni, significa che la risposta non è il sovranismo, un leviatano politico, un uomo solo al comando. Semmai un’inversione nel passaggio del danaro: che deve rimane qui dove viene prodotto. Venezia è un punto di partenza, non di approdo. L’approdo è la Padania. La macroregione del Nord che bada a se stessa.