TASSE, LA COPERTA E’ UN PO’ CORTINA

di GIANMARCO LUCCHI

No, non ci piace proprio l’operazione Cortina. Neanche un po’. E non perché vogliamo solidarizzare con gli evasori fiscali. Bensì perché ce l’abbiamo con questo Stato che mira solo a incutere paura e a buttare fumo negli occhi del popolo, cercando di tenerselo dalla propria parte attraverso questo messaggio mediatico: guarda un po’ come sono capace di terrorizzare i ricchi. E così l’invidia verso coloro che sfrecciano con le auto superlusso e si permettono le vacanze nella perla delle Dolomiti è compensata dal fatto che costoro cadono nella rete tirata dall’Agenzia delle entrate.

Facendo leva su vizi, difetti, invidie e divisioni degli italiani, quello italiano si avvia a essere uno Stato di polizia, anzi ormai lo è diventato. Ma sì, si compia un ulteriore passo, si nazionalizzino tutti i sistemi di produzione, le industrie e persino le aziende artigiane, i negozi, i bar e le palestre, per non parlare dei bagni sulle spiagge, così l’evasione sparirà di colpo. Chi ruba venga confinato alla Maddalena, i giornali vengano censurati e la Rete bloccata, così non avremo scocciature di alcun genere e vivremo come in Corea del Nord (che piacerà tanto ai Marco Rizzo forse), convinti di essere nel miglior sistema del mondo. E lasciamo tutto nelle mani della burocrazia statale, che troverà il modo di mettersi d’accordo in qualche modo con i grandi industriali per salvarli in qualche modo dalle nazionalizzazioni e farsi così garantire ricche vacanze nelle loro lussuose ville di Cortina o di Capri. Nemmeno un immigrato avrà più voglia di venire in Italia e tutti noi saremo ascoltati come ai tempi della Stasi, per colpirci in tempo non appena ci venisse in mente di dare corso a qualche moto di libertà. Cosa di meglio di una bella Italia sovietica per sistemare i nostri problemi. Peccato che questi sistemi siano miseramente falliti e saranno sempre destinati a fallire anche se si ripresentassero in stile Dolce&Gabbana.

Per colpire l’evasione fiscale, lo abbiamo già letto e sentito in questi giorni, non c’è bisogno di andare in forze a Cortina a “scoprire” i possessori dei macchinoni: basta scorrere gli elenchi del Pra e incrociare i nomi dei possessori con le loro dichiarazioni dei redditi, visto che non risulta probabile il possesso in nero di una Ferrari o di una Porsche. E al riguardo dei commercianti e dei ristoratori che hanno anche quadruplicato gli incassi di giornata grazie alla presenza dell’ispettore del fisco, cosa pensate possa essere accaduto nei giorni successivi quando costui se n’è tornato a casa? A meno che non si voglia piazzare tutti i giorni un ispettore del fisco in ciascun esercizio commerciale, tornando appunto all’Italia sovietica evocata prima.

Quello che non si vuole ammettere è che il sistema è tutto sbagliato e tutto da rifare, secondo una mitica frase bartaliana. Gli italiani sono in maggioranza un popolo fatto di furbacchioni, lo sappiamo, dove per molti fregare l’amico, il vicino, il concorrente, lo Stato è lo sport nazionale. E a sua volta lo Stato, così come è andato costruendosi (un mostro) tende a fregare i propri cittadini. E’ tutta una corsa a cercare di fregarsi. E il fisco è il terreno prediletto. Se non si ribalta il sistema fiscale, mettendo in concorrenza il venditore e il compratore in modo che quest’ultimo possa scaricare ogni spesa dalla dichiarazione dei redditi non ci sarà nulla da fare. Altro che allietarci con spot pubblicitari inutili e banali, che sollevano l’ilarità dei più.

E poi in questo polverone mediatico sollevato per terrorizzare gli evasori ci sono però cose che non ci vengono raccontate. Nemmeno dalla Lega, che dovrebbe sottolineare la geografia dell’evasione fiscale e invece preferisce dedicarsi al cotechino di Monti, forse per non ricordare a molti che i suoi tanti anni di governo non sono serviti a nulla per cambiare le cose. Allora dobbiamo ancora una volta rivolgerci all’esimio professor Ricolfi e ai dati da lui divulgati ne “Il sacco del nord” per sottolineare la geografia dell’evasione fiscale e vedere dove sta veramente la voragine. A pagina 108 de “Il sacco del nord” il professor Ricolfi pubblica un’interessante tabella sull’intensità dell’evasione fiscale per regione e individua quali sono le regioni virtuose e quelle viziose, vale a dire le regioni in cui l’intensità dell’evasione è inferiore e superiore alla media nazionale.

 

Intensità Evasione
Lombardia 12,5%
Emilia Romagna 19,0%
Veneto 19,6%
Friuli Venezia Giulia 24,7%
Lazio 25,0%
Piemonte 26,1%
Trentino Alto Adige 26,2%
Media Italiana 26,4%
Toscana 27,6%
Valle d’Aosta 27,6%
Marche 28,0%
Abruzzo 30,5%
Umbria 37,5%
Liguria 42,3%
Basilicata 48,4%
Molise 50,9%
Sardegna 51,3%
Puglia 52,0%
Campania 55,3%
Sicilia 63,4%
Calabria 85,3%

 

In sostanza i dati sorprendono. Sorprendono perché la distribuzione dell’evasione fiscale è un po’ diversa rispetto a quella a cui c’ha abituato una certa vulgata. Scopriamo che, in merito all’evasione fiscale, Lombardia e Veneto risultano essere la prima e la terza regione più virtuosa, smentendo così il refrain che vuole il lombardo-veneto come terra di evasori. Lombardi e veneti sbuffano per il fisco oppressivo e per lo stato vampiro, ma poi fanno i bravi, versando regolarmente al fisco la quasi totalità dell’imponibile e nascondendo i redditi in media relativamente bassa.

Come si vede la vera voragine è al Sud. Tra le regioni del centro-sud solo il Lazio risulta essere sotto la media italiana, probabilmente a causa dell’altissima percentuale di dipendenti statali residenti a Roma e provincia. Di poco sopra la media italiana è l’Abruzzo, tutte le altre regioni del centro-sud hanno invece una percentuale di evasione che spesso è pure doppia rispetto la media nazionale. Chiudono la classifica le tre regioni che Ricolfi chiama “regioni di mafia”, ovvero Campania, Sicilia e Calabria. E per affrontare questo problema lo Stato e l’Agenzia delle Entrate cosa fanno? L’impressione è che non facciano un tubo di niente, preferendo accanirsi su chi già paga. E così fanno le operazioni spettacolo a Cortina per colpire i ricconi evasori del Nord! No, cari amici, questo Stato è meglio che salti per aria e se proprio deve continuare a esistere l’Italia, che ciò avvenga in forma confederale, dove ogni comunità/regione abbia il massimo di autonomia per governarsi come crede. Ma coi propri soldi!

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