Come stanno dall’altra parte dei confini chiusi?
La tv svizzera scrive chiaro e tondo che si riparte prima della fine del mese.
Le decisioni su quando e come avverrà l’allentamento dei provvedimenti a livello federale saranno prese nel corso della prossima seduta, in programma il 16 aprile.
La presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga ha fatto sapere che “un alleggerimento delle misure sarà possibile a piccoli passi, sempre mantenendo le regole di distanza e di igiene”. Le attuali misure continueranno fino al 26 aprile e nel frattempo si valuterà come procedere all’alleggerimento, che inizierà prima della fine del mese, ha aggiunto Sommaruga.
Il Consiglio federale, basandosi su dati della SECO (Segreteria di Stato dell’economia) “sostiene che potrebbero venire innescati effetti economici di “secondo impatto” come ad esempio un’ondata di licenziamenti e di insolvenze. Più il confinamento forzato dura, più questi effetti sono probabili.
L’economia è fortemente colpita dalle misure dovute al coronavirus. La disoccupazione è salita al 3% e la produzione è crollata in media del 25%, ma le misure stanno funzionando”, ha detto il consigliere federale Guy Parmelin ai media a Berna.
Se il crollo dovesse rivelarsi più grave e se dovesse innescare effetti di secondo impatto, il tenore di vita in Svizzera ne risentirebbe in modo tangibile e assolutamente fuori dal comune. Nel peggiore dei scenari, il Pil potrebbe scendere di oltre il 10%”.
Tuttavia nonostante il quadro economico, la Svizzera prova in sicurezza a ripartire. Come tenta il Veneto di Luca Zaia, che sta facendo una partita in solitaria rispetto all’asse politico del centordestra al Nord. E fino ad ora la strategia dei tamponi e dei test a tappeto gli sta dando ragione. Veneto come la Svizzera?
di fatalità av