di ALDO MOLTIFIORI – Su una così tremenda questione si deve essere lapidari senza concedere alcun negoziato, né di principio né di forma! Gli Ebrei sono gli unici titolari dello Stato di Israele dal tempo in cui fu stabilito il regno di Sion e va detto nei confini delle sue dodici tribù!
Oggi dopo la Shoah tutti noi, civilmente, politicamente e se del caso militarmente, dobbiamo essere impegnati sostenere lo Stato di Israele nei suoi naturali confini e non in quelli imposti da volontà aliene ed ostili. Se necessario si dovrebbe essere anche più categorici: Onorare la memoria della Shoah è doveroso 365 giorni all’anno! Come? Per i media che hanno l’enorme responsabilità di comunicare con un popolo dalla scarsissima o quasi nulla consapevolezza civica e con conoscenza storica zero (si scrive e si legge zero!) dico: smontate una volta per tutte la leggenda metropolitana che esista un popolo palestinese. Non esiste e non è mai esistito. Esistono ARABI che hanno invaso devastato, massacrato e distrutto il legittimo regno di Israele come e peggio di loro hanno fatto i Romani a Masada e dintorni . La Kefiah è un simbolo dei beduini, i nomadi per eccellenza del deserto o se volete i ROM dell’epoca. I tanti giovani e i loro meno giovani istigatori che portano la kefiah sono nemici tanto dello Stato di Israele che degli Ebrei, i quali solo, di quello Stato, sono i naturali depositari. Gli Arabi che vivono nello Stato di Israele, Cisgiordania e Gaza incluse (mi scuso con gli israeliti per non usare le corrette denominazioni delle tribù di pertinenza), possono essere cittadini di uno Stato ebraico multiconfessionale a patto che lealmente giurino fedeltà alle sue Istituzioni. Gerusalemme è sempre stata la Capitale del Regno di Sion e a maggior ragione, oggi e per il futuro, è la Capitale dello Stato repubblicano e laico di Israele. Punto!
Se i media e con loro tutti coloro che hanno responsabilità politiche e di Governo avessero un briciolo, dico solo un briciolo di coraggio (o se preferisce poca codardia), e lo avessero avuto sin dal 1967, sono assolutamente certo che oggi il problema per Israele di vivere con tranquillità il proprio destino di Stato sovrano non esisterebbe. L’Occidente uno dei figli legittimi del regno di Sion, grazie anche al retaggio di alcune delle sue più grandi intelligenze, oggi dispone, come non mai, del più grande insieme di tecnologie materiali e virtuali che si siano mai viste. Occorre ricordarlo nel modo più adeguato al mondo arabico e a quello musulmano. A nessuno è permesso il ricatto energetico, a nessuno è permesso di finanziare occultamente attraverso le Moschee quello terroristico. A nessuno è permesso costruire tunnel come quelli tentati dagli Ottomani a Vienna nel 1683: non ha funzionato ieri e men che mai oggi! A noi la responsabilità di acclararlo, agli Arabi un compito ancor più semplice: riconoscere lo Stato di Israele e accogliere nel loro grembo ove richiesto quelli che non accettano il senso più profondo della storia. All’Iran sciita, per contro, va detto con molta chiarezza che ove coltivassero insani e folli disegni nichilistici i primi (prima ancora di ogni loro azione)i a subirne le irrimediabili conseguenze sarebbero il loro Stato il loro Popolo.
La storia è questa, il resto è solo alibi per nascondere codardia, opportunismo o peggio la furbizia così rinomata in questa sgangherata penisola, chiamata impropriamente (per volere dei romani) Italia. Sigg. a voi tutti auguro di ricordare la shoah ogni volta che scrivete, non solo di Israele o degli Ebrei, ma sempre e ogni giorno, poiché l’ebraismo è in noi dal momento che ne abbiamo consapevolmente e convintamente fatto nostro il principio motore di ogni crescita umana: IL LIBERO ARBITRIO! Prendere o lasciare tutto qui, Compiacere gli arabi prima ancora che codardia è ripetere la tragedia nazista. Chi non ricorda il passato non ha futuro.
A Voi tutti i voti di un proficuo lavoro a favore della verità, ovvero dello Stato di Israele: uno dei baluardi REGII di fronte all’oscurantismo, che ieri era quello nazi-fascista o peggio quello comunista, e oggi è quello arabo- musulmano.