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State attenti a non combattere il populismo col populismo

Popolo pelizza

di STEFANIA PIAZZO E LUIGI NEGRI – Abbasso…. Viva… Dopo Tangentopoli, dopo la decapitazione di una intera generazione di politici e partiti in nome del cambiamento, per via giudiziaria – quella via che decide la priorità dei processi, che abbina le nomine dei giudici secondo la convenienza politica, come sta emergendo tragicamente in questo ultimo scorcio di cronaca – la società e la comunicazione sono state protagoniste di un importante manipulitometro dedicato alla casta, ai suoi privilegi.

Significativi esponenti di punta di questa avanguardia moralizzatrice furono alcuni giornalisti del Corriere della Sera e il Corriere di conseguenza, supportato da forti elitè che sembravano pronte a prendere il potere. Manager che volevano scendere in campo per “far vedere come si fa”.

Tutta la politica, questo il messaggio, è  immorale, compreso il costo ovviamente della politica. “Pensate… quanto guadagnano…”. Certo. Poi sono arrivati i libri di altri giornalisti d’assalto, una continua litania di denunce e di ghigliottine contro i vitalizi, le garanzie economiche. In sostanza, la politica per chi la esercita è un privilegio. Pure, anzi, soprattutto, economico.

La plastica dedizione a questo karma che offre l’opportunità di ripulirsi è nei 5Stelle. I cittadini li hanno votati proprio perché anticasta, e perché quasi tutto il loro guadagno politico veniva donato ai poveri. Ergo, i 5Stelle sono, erano i migliori, l’anticasta dell’anticasta, perché hanno anche azzerato tutti i contributi all’editoria, cioè alla casta dell’informazione venduta, bugiarda, che deve morire. Lavorativamente parlando. Ora c’è la rete, la democrazia che non costa niente. Come no…. Centinaia di migliaia di euro investiti in spin doctor che ora dirottano le coscienze e il consenso sui social.

Peccato che l’anticasta sia peggio della casta. Anticasta, impreparati, vacui occupanti di scranni che anche senza vitalizio, sono un furto al buon senso e all’onesta capacità di gestire la cosa pubblica. Ringraziamo il terreno preparato dal Corriere, dai giornalisti che per mestiere denunciano solo e sempre gli altri, gridando solo allo scandalo.

E’ il percorso che esprime oggi il populismo. Contro tutti, contro l’Europa ladrona (ieri era Roma, oggi Roma fa comodo), contro l’insicurezza esaltata all’ennesima potenza, cavalcando un nuovo manipulitometro che individua in tutto ciò che è stato, la principale fonte del male, dell’oppressione dei popoli.

Oggi sparare sulla politica è uno sport facile. Lo fanno i politici, lo fanno i giornalisti, lo fanno i cittadini. Ma al populismo non si risponde col populismo, si risulta più beceri degli originali. Volete togliere i gettoni di presenza, un minimo di vitalizi a chi amministra la cosa pubblica? Fatelo. Allora togliete lo stipendio anche a chi amministra macchine da centinaia (a volte migliaia di dipendenti) che servono migliaia se non milioni di cittadini.

Un ente pubblico, una municipalizzata, così come un Comune o una Regione, amministrano i servizi che vanno a milioni di persone. Lo devono fare gratis, evidentemente. Un po’ di sana coerenza e di meritocrazia serve anche in politica. La politica a tempo pieno o a tempo determinato non si può fare gratis. Voi, per caso, a casa vostra, lavorate per la gloria?

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