Stampa svizzera: benzina italiana, le accise del fascismo resistono nonostante promesse elettorali

soldi in svizzera

di ANGELO VALENTINO – Persino la stampa svizzera si è accorta che la benzina italiana, nonostante le promesse elettorali, è ferma al fascismo!

Scrive infatti il Corriere del Ticino che “Quando nella vicina Penisola si parla dei prezzi dei carburanti, il pensiero va subito alle accise. E si tratta di balzelli di non poco conto, sui quali grava inoltre l’IVA al 22%, il che è tutto fuorché poco”.

Non sfugge l’assurdo. “Le accise sono la bellezza di diciannove e fra queste si annoverano a tutt’oggi il finanziamento della guerra in Etiopia del 1935-’36, della crisi di Suez del 1956, per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont nel 1963 e dopo l’alluvione di Firenze nel 1966 e quella per il terremoto del Belice nella seconda metà degli anni Sessanta”.

Stop. Dovevano andarsene via, lasciare il nostro bancomat in qualche settimana. Invece no. E la Svizzera? Anche nella confederazione la metà del prezzo finisce in tasse, ma l’Iva è al 7,7%. “Il carico fiscale riguardante la vendita di benzina e diesel nel nostro Paese è di 5,6 miliardi di franchi all’anno ed equivale al 7,7% di tutte le tasse prelevate dalla Confederazione elvetica”.

In Italia meglio non dirlo e magari dimenticare in fretta le facili e facilone promesse prima delle elezioni. D’altra parte, il fascismo non è mai morto…

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