di SERGIO BIANCHINI – Partendo da un articolo di Libero c sviluppo alcune considerazioni.
Sembrerebbe di malavoglia e solo per necessità distributive, comunque Libero, giovedì 2 agosto, ha aperto una rubrica intitolata “Tradimenti d’estate” ed invita i lettori a segnalare “corna fatte e subite” e “colpi di testa mai confessati”. Evidentemente la questione è centrale anche se Libero la affronta artigianalmente, senza arzigogoli e pareri di autorevolissimi pisicologi come fa continuamente il Corsera.
Ad una donna che lamenta il tentativo del marito di coinvolgerla in un menage a tre risponde direttamente Feltri, con un linguaggio tranciante e dilettantistico. Sembra difendere spazientito il vecchio senso comune. Ma non è così.
La sua risposta comincia così: “ cara Bruna,….tu hai sposato, senza forse saperlo, un porcellone” cioè non “un normale cornificatore, bensì un tipo affetto da perversione acuta”. Ma, a quanto afferma Feltri, di tipi affetti da perversione acuta ne esistono parecchi, sia maschi che femmine “molte donne gradiscono a loro volta l’ammucchiata….pur fingendo inizialmente di essere contrarie” Feltri continua dicendo che episodi così “sono molto ricorrenti, altrimenti non esisterebbero centinaia di locali in cui lo scambio di coppia è la ragione sociale dell’azienda.”
Nella sua reprimenda dell’eccessivo peso dato dalla donna alla vicenda col ”porcello” Feltri si defila dalla valutazione del dilagare, anche da lui ammesso, del fenomeno del ”pluralismo sessuale”
Non solo, si dice contrario ai menage plurimi con argomenti da spalatore orobico “ io con mia moglie non mi sono mai esercitato in maialate promiscue……non siamo santi, però siamo consapevoli che si fa già fatica a scopare in due, figurati in tre o quattro” ma critica la signora che rifiutando le proposte del marito ha chiesto il divorzio. ”Spaccare una unione per un capriccio diffuso non è mai vantaggioso. La solitudine non è più confortevole di una convivenza tribolata”
Tutto sommato Feltri consiglia le antiche corna ed anche il perdono e la riconciliazione” “Ciò che conta è rendersi conto che non merita una separazione, tantomeno un divorzio la circostanza che lui o lei sia andato a fare legna fuori dal bosco”. Confuta la signora che dichiara irreparabile un rapporto guastatosi dopo un tradimento perché secondo lui” Una toppa si può sempre mettere e continuare a volersi bene”.
L’apparente tradizionalismo e antico sentire di Feltri continua a esprimersi con altre dichiarazioni ardite ”L’orgoglio nel matrimonio è un cattivo consigliere….Il sesso non è fondamentale sebbene importante…. Dio ha sbagliato a dire: andate e moltiplicatevi. Doveva specificare con chi”.
Lo stato confusionale di Feltri che faticosamente ha cercato di cavalcare la problematica si esprime con la “orobica” dichiarazione finale quando conclude il suo discorso dopo aver segnalato che in Inghilterra un bambino su tre risulta non concepito col marito: ” pertanto la mamma non sarà una zoccola però nemmeno una santa. Ergo le spose sono probabilmente meno pure degli sposi oppure entrambe le categorie fanno schifo”.
Il fenomeno del dilagare delle separazioni, delle convivenze di ogni genere, dell’avventurismo sessuale divenuto quasi obbligatorio non viene analizzato. Feltri se ne dissocia parzialmente e sbrigativamente ma non lo comprende minimamente. Si limita a suggerire una resistenza soft, senza orgoglio.
Ma l’orgoglio e l’onestà possono essere espulsi dal rapporto di coppia, liberamente scelto, in nome di un vantaggio, di una condizione migliore della solitudine? L’orgoglio e l’onestà, indispensabili all’uomo perbene, dovrebbero essere azzerati proprio nella relazione fondamentale? E se la trasgressione di massa è indispensabile non vuol dire che bisogna cercare soluzionoi organizzative della vita quotidiana moderna capaci di coniugare limpidamente sia le necessità degli individui che della comunità?
Nella lettera della signora e nella risposta di Feltri non si parla poi dei figli. Sembra che la loro presenza non conti nulla. In fin dei conti sia la lettera che la risposta hanno qualcosa di artificioso che esprime si il rifiuto istintivo della “modernità sessuale” ma anche l’incapacità di inquadrarla teoricamente , storicamente e moralmente e quindi in fin dei conti la subalternità.
Ciò conferma quello che sostengo costantemente e cioè che l’etica matrimoniale non è più difesa da nessuno in occidente, nemmeno dalla chiesa, che si la sostiene nel catechismo dogmatico ma perdona facilmente e soprattutto non contrasta le tesi avverse con la forza che sa esprimere in altri campi. E una delle tesi più “vetero- nuoviste” è che la sperimentazione del “tradimento” migliora o può migliorare la relazione di coppia.
Eppure nella dinamica mondiale, di cui tutti si riempiono la bocca, il rapporto uomo donna , la gestione della comunità domestica e la crescita dei figli sono alla base del gigantesco disorientamento e scontro culturale e politico che anima sia i conflitti oriente occidente sia la cronaca quotidiana nelle nostre aree.