Nella Giornata mondiale dei diritti dei consumatori, in Serbia più di 200 mila persone hanno aderito, attraverso i social networks, all’iniziativa dell’Organizzazione nazionale serba dei consumatori (Nops), che ha invitato a non acquistare oggi benzina e diesel per protestare contro il continuo aumento del prezzo del carburante.
«L’impressione è che stamane vi erano meno auto del normale alle pompe di benzina, e questo è positivo», ha detto alla Tanjug il presidente del Nops Goran Papovic. Dall’inizio dell’anno, ha sottolineato, il prezzo del carburante è cresciuto del 10%, subendo cinque aumenti e arrivando alla quota odierna di 149 dinari sia per benzina che per diesel (un euro equivale a 111 dinari).
Il salario medio mensile in Serbia oscilla fra l’equivalente di 350 e 400 euro. «Noi capiamo che c’è la crisi economica mondiale e che il prezzo del petrolio cresce sui mercati, ma non possiamo e non vogliamo capire il nostro governo e i venditori al dettaglio di carburanti che non mostrano alcuna comprensione per i normali consumatori», ha detto Papovic.
Un esempio da seguire anche da noi?