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Senza rabbia e senza orgoglio, prima i voti. Quando la Sicilia chiederà di ripianare il deficit, quali saranno gli italiani che vengono prima?

sicilia provincedi RICCARDO POZZI – Della svolta nazionalista del Ministro Matteo Salvini si è detto molto da posizioni di dissenso regionale, oggi quasi del tutto silenziate dai brillanti risultati elettorali, ma poco dalla maggioranza interna che lo porta in trionfo.

Il silenzio appare quasi surreale o addirittura cinese con sfumature bulgare e  l’adesione attillata alle nuove direttive ha mostrato una rapidità che autorizza una qualche riflessione.

Intendiamoci, che Salvini si sia Stancato di predicare per venti anni la litania sulla disubbidienza fiscale e sui residui attivi che prendono la strada del sud e non tornano più, è del tutto comprensibile. Anche perché in termini elettorali la “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania” non ha mai passato l’11% e in termini di risultati ottenuti, federalismo e responsabilità territoriale non hanno certo brillato per realizzazione. Anzi, non si sono proprio visti.

E’ come se il segretario dicesse “E’ inutile insistere con il sindacato del nord, più di così non si ottiene e senza voti non si fa nulla”.

Per questo l’opera di frettolosa sbianchettatura  di ogni riferimento alla questione settentrionale risulta, se non logica, almeno comprensibile. Ciò che si fa fatica a capire è la fulminea, coreografica, sincronizzata conversione della maggioranza dei militanti ed elettori.

E le domande indotte da quella rapida svolta  sono le seguenti: dove credono sia diretto il movimento che una volta diceva di difendere gli interessi delle regioni più produttive del paese? Al di là dei temi atti a assorbire da destra nuovi consensi, come immigrazione e controllo delle frontiere, cosa credono voglia da loro il Movimento Cinque Stelle?

Il 75% degli elettori di Torre del Greco che ha votato per Di Maio, cosa credono voglia dall’alleato, produttore di utili fiscali, che oggi dice “prima gli italiani”? Cosa farà il neo Ministro quando la regione “autonoma” della Sicilia presenterà la consueta richiesta annuale di  rifinanziamento del deficit causato dalle sue innominabili voci di spreco e furto istituzionale?

Quali saranno gli italiani che vengono prima?

Perché le scritte sono sbanchettabili e i nomi si possono cambiare, ciò che è difficile da modificare è l’alveo del fiume che trasporta denaro da cinquant’anni, e su questo si possono indossare tutte le felpe ruffiane del mondo ma occorre autorevolezza e non autoritarismo per saper dare risposte adeguate.

Invece il Ministro Matteo Salvini ha,da tempo, riposto il libro simbolo della questione settentrionale, “Il sacco del nord” del Prof. Luca Ricolfi, sulla mensola più polverosa del soggiorno, ed è ancora lì che aspetta un po’ di coraggio, mentre continua a ricevere solo imbarazzo e vergogna.

Prima i voti.

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