Senza il cavallo di Troia dell’immigrazione, qualcuno perde consensi

In questi mesi una leadership che pareva consolidata ha iniziato a vacillare dentro e fuori dalle proprie mura. La questione migratoria è stata la fortuna della Salvini Premier. La questione del Nord è stata accantonata a favore di altri temi che fanno consenso, come gli sbarchi. Poi è arrivata la pandemia, che ha messo a nudo la classe politica del Nord. E, soprattutto, spostato l’attenzione, le paure, su altri fronti. Dall’immigrato alla pandemia. E lì, Salvini non aveva più cartucce da sparare.  

Prima che tutto accadesse, avevamo pubblicato sul nostro quotidiano una lucidissima analisi di Riccardo Pozzi, che riproponiamo, perché riteniamo utile nel dibattito politico di queste settimane. Se il Nord esiste, batta un colpo (redazione).

 

di RICCARDO POZZI –  Chi è rimasto a non aver capito il giochino di Salvini?
Via la questione settentrionale, sostituita dalla questione migrazione. Il saccheggio del nord di 100 miliardi l’anno sacrificato alla costruzione della nuova lega unitaria, nazionalistico-identitaria, e il nord che continui a fare ciò che ha sempre fatto: pagare.
Cercasi leader giovane, per non essere accusato di essere cosa passata, leader concreto che pensi ai soldi del nord e non alla salvaguardia dei presepi e delle etnie, leader arrabbiato che si liberi di antimeridionalismo e di corna celtiche, facendo della protesta fiscale la madre di tutte le richieste di autonomia. Autonomia a tutte le regioni ma non con i nostri soldi. Responsabilità territoriale e non fiaccolate in difesa dell’italianità. L’immigrazione si governa non si cavalca, mentre i nostri soldi vengono rubati ogni anno e non si vedono più.
Cercadi leader disperatamente. O moriranno sia il nord che il suo parassita sulla groppa. Basta con la paura di essere accusati di razzismo, non esiste la razza meridionale, esiste il comportamento meridionale, che sta salendo con sempre meno vergogna e si impossessa delle aziende migliori con la sua criminalità organizzata.

Cercasi leader che non abbia paura di essere minoranza ma di chiedere ugualmente ai Salvini di andarsene, lasciando il simbolo e portandosi via le felpe, seguito da quella vergognosa schiera di yes-men che hanno dimenticato il tanfo del letame di Vancimuglio e sentono solo il profumo di cappuccino della buvette di Montecitorio. Cercasi Leader senza paura di mettersi contro l’esercito di forestali più numerosi che nel Canada, l’esercito di falsinvalidi più numerosi che nel resto d’Europa, e anche l’esercito in quanto tale perchè due militari su tre sono campani o siciliani e questo sbilanciamento non sarebbe tollerato in nessuno stato serio. Cercasi Leader senza peli sulla lingua che dica chiaro e tondo all’opportunismo salviniano e a tutte le sue correnti paraculistico opportunistiche che il nord non è allergico alla solidarietà interregionale ma non vuole che la si usi per travestire il furto. Perchè si parla di tutto in questa Lega irriconoscibile, tranne di chi produce i soldi.
Cercasi Leader che rimetta i soldi del Nord al centro della scena, per stanare la nuova DC e le sue nuove edizioni di Cassa del Mezzogiorno, ma anche per ricordare a chi ha nascosto la bandiera imbarazzante che la Padania è ancora lì e che la sua rabbia tornerà a farsi sentire presto. Cercasi con urgenza ma determinazione.

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