di FABRIZIO DAL COL
Il segretario federale della Lega sta preparando in questi giorni la campagna elettorale del suo partito in vista delle prossime elezioni regionali lombarde. Con le dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera: “La massima ambizione di un federalista, senza dubbio, è quella di poter governare la propria Regione” Maroni mette una ipoteca sulla candidatura di governatore della Regione Lombardia sostenendo che sarebbe onorato di ricoprire la carica e che “sarebbe certamente più importante e gratificante che non fare il ministro”. Che l’ex ministro coltivasse da molto tempo l’idea di divenire il presidente della Regione Lombardia è cosa risaputa. Non è invece risaputo se la Lega deciderà o meno di correre da sola alle prossime elezioni regionali e quale sarà la sua futura compagine governativa. A ben guardare Maroni aveva già manifestato, appena divenuto segretario federale del Carroccio, la necessità di costituire delle alleanze in vista delle elezioni regionali lombarde e che tali alleanze non erano certo da mettere in discussione visto che, mutuando l’idea vincente che ha portato alla rielezione il sindaco di Verona Tosi, la Lega avrebbe potuto conquistarsi anche la Regione Lombardia. Infatti, l’idea politica della Lega 2.0 è quella di arrivare a costituire una macro regione della quale, oltre alla Lombardia, dovrebbero far parte di certo il Veneto e il Piemonte. Per Maroni è fondamentale governare le tre Regioni più importanti del Nord in quanto ciò permetterebbe poi di negoziare con lo Stato la nascita e la costituzione della macroregione. Per realizzare questo progetto politico, la Lega di Maroni ha la necessità di vincere le prossime elezioni regionali e per poterle vincere non potrà rinunciare alle alleanze.
Detto questo, ammesso che la Lega Nord vinca le prossime elezioni, per gli alleati sarà inevitabile la condivisone del progetto leghista. Quindi l’affidabilità della coalizione politica, insieme alla scelta delle date che riguardano le elezioni, saranno gioco forza gli elementi principali della prossima campagna elettorale. Il 30 settembre scrissi un articolo, pubblicato proprio da questo giornale, dal titolo “Con gli Stati generali la Lega chiude la sua storia indipendentista” dove spiegavo la rinuncia del progetto politico indipendentista da parte del Carroccio per favorire la svolta politica della Lega 2.0 . Con le dichiarazioni sopra citate di Maroni la Lega di oggi si conferma una forza federalista, ragion per cui i futuri alleati indipendentisti all’interno della coalizione (se mai verranno presi in considerazione) non troverebbero spazio politico. Questo perché gli indipendentisti potrebbero divenire in futuro un vero e proprio fattore disgregante in seno alla maggioranza del governo regionale e magari anche degli oppositori ai futuri provvedimenti amministrativi. Ecco il perché la Lega 2.0 ha abdicato al progetto politico indipendentista originale in quanto, oggi Maroni ritiene che “La massima ambizione di un federalista, senza dubbio, è quella di poter governare la propria Regione”.
Governare: questa è la parola chiave della svolta leghista, ma governare con i tagli sulle competenze, senza le risorse finanziarie necessarie già decise con i tagli del governo e garantire contestualmente i servizi ai cittadini sarà un’ impresa a dir poco titanica. Figuriamoci cosa potrebbe accadere quando si tratterà di modificare l’ordinamento giuridico di tre Regioni e favorire la costituzione di una macroregione e, contemporaneamente, garantire anche una sana amministrazione ai cittadini senza disporre delle risorse finanziarie necessarie.