Famiglie incazzate. Esasperate. Abbandonate a se stesse. Oggi in 60 città si svolgono le mobilitazioni indette da Priorità alla Scuola in concomitanza con lo sciopero proclamato dai Cobas, a cui ha dato la sua adesione il Coordinamento Nazionale Precari Scuola. Previsto uno sciopero dalla didattica a distanza da parte di studenti e docenti, per chiedere “la riapertura in presenza, in sicurezza e in continuità di tutti gli istituti scolastici, dal nido all’università, non oltre il 7 aprile” si legge in una nota di Priorità alla Scuola in cui si chiede che “una parte consistente del Recovery Fund sia riservata al rilancio della Scuola pubblica: servizi educativi per l’infanzia, scuola dell’obbligo, superiori di secondo grado, dal nido all’università, il diritto allo studio deve essere tra le vere priorità del Paese; inoltre, si chiede di garantire un incremento della spesa pubblica annua portandola almeno ai livelli della media europea, pari al 5% del PIL. Il primo urgente provvedimento di riforma riguarda l’immediata riduzione del numero di alunni/e per classe, fissando un tetto massimo di venti, abolendo ogni possibilità di accorpamento per le classi successive. Si chiede che i finanziamenti del Recovery Fund siano utilizzati per il potenziamento di tutto il personale scolastico, con un piano di assunzioni e di stabilizzazione dei docenti precari, adeguamento degli spazi e degli edifici scolastici, con ripristino di vecchi edifici e realizzazione di nuovi.