“Sono convinto che se facciamo le cose bene, partendo non dalla coda, ma dalla testa rappresentata dalla concreta attuazione dei Lep, il fondamento di uguaglianza e coerente del Paese, l’autonomia differenziata sia una cosa buona anche per le regioni del Sud, perché responsabilizza le classi dirigenti e consente una migliore programmazione. Se si fanno le cose al contrario, quindi a strappo, si divide il Paese e questa è una cosa alla quale mi opporrei. Non credo ci sia un rischio concreto e credo che neanche dentro la maggioranza ci sia accordo su questo modo di procedere e di farla contro le Regioni, che sarebbe molto sbagliato. Non bisogna avere fretta e bisogna passare dal Parlamento. Bisogna rendere vero quello che è scritto nella legge, e cioè che le prestazioni devono essere uguali ovunque, i servizi sanitari e dell’istruzione non possono conoscere delle differenze. L’autonomia deve essere uno strumento di emancipazione, di crescita, di responsabilizzazione delle classi dirigenti regionali: non può essere il modo in cui si divide il paese”. Lo ha detto il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, da Napoli a margine della cerimonia di passaggio di consegne per la Capitale italiana della cultura da Procida a Bergamo e Brescia.
Gori è sicuramente più autonomista rispetto ad altri che rispolverano la questione in campagna elettorale. Ma ci vuol poco…