RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
di GIUSEPPE SGUBBI
Alcuni giorni fa ho spedito a questo giornale la “lettera aperta a Renzi”. Il dottor Marchi ha al riguardo sollevato giustissime riserve, alle quali ho fatto alcune precisazioni in “aggiungi commento”. Ma onde evitare fraintendimenti, ritengo opportuno ritornare sull’argomento. Per una insieme di ragioni, che cercherò di spiegare , ben difficilmente potranno realizzarsi le numerose proposte di “radicali e necessari”cambiamenti, di cui l’Italia ha urgente bisogno, senza una “revisione strutturale” del PD.
Piaccia o non piaccia, il PD è fortemente radicato in tutto il territorio nazionale, è quello che governa nella stragrande maggioranza dei comuni, delle provincie, delle regioni, e attualmente è pure il partito che detiene il più alto numero di parlamentari.
I suoi “funzionari” si trovano in ogni tipo di associazioni: sindacali, cooperative, servizi, dopolavoro, culturali, ecc.
La maggioranza dei dipendenti della pubblica amministrazione, piaccia o non piaccia, nel bene o nel male, sono fedeli elettori del PD, Purtroppo nella pubblica amministrazione si “annidano” anche i burocrati.
Conseguentemente a questo suo “radicamento” , questo partito detiene un fidatissimo “zoccolo duro” elettorale che gli permetterà di rafforzare ulteriormente, in ogni tornata elettorale amministrativa, comuni, provincie, regioni, il suo “dominio”.
A questo partito va dato il merito di essere riuscito ad organizzare e a mantenere tali strutture, peccato che, col tempo, il loro funzionamento sia diventato troppo “ingessato”e perciò bisognevole di una profonda revisione.
Per questa ragione, io “tifo” Renzi, in quanto a mio parere è l’unico in grado di “riformare” o rottamare l’attuale apparato del PD. In caso contrario, essendo avanti con gli anni, temo che non potrò vedere significativi cambiamenti.
NB. Il mio giudizio è frutto di una limitata visione, infatti conosco solo la “realtà” romagnola, non a caso si dice che “in Romagna non muove foglia che il Pd non voglia”