“Parliamo tanto di riqualificare le periferie ma i problemi rimangono nei quartieri popolari di proprietà pubblica, dove ci sono case gestite da Palazzo Marino in capo a Mm che hanno fatto dei miglioramenti e poi ci sono quelle di Aler, in mano alla Regione. Se non sono capaci troviamo un accordo con il quale queste abitazioni vadano al Comune”.
Parlando con la ‘Dire’, l’assessore meneghino all’Urbanistica Pierfrancesco Maran ragiona sul futuro delle case popolari, scagliando una freccia contro l’attuale gestione di Aler, l’azienda lombarda per l’edilizia residenziale di Milano.
“Giambellino, via Gola, San Siro, una parte del Corvetto. Sono tutte situazioni critiche che spettano a Regione Lombardia”, va avanti Maran. “Tutti pensano che le responsabilità siano del sindaco Giuseppe Sala ma non è così. Noi ci stiamo prendendo delle colpe per una cosa che dovrebbe fare la Regione”.
Un tema, sollevato recentemente anche dallo stesso Sala che aveva proposto di creare una società ad hoc per tutte le case popolari di Milano, non persuaso fino in fondo dalla doppia amministrazione. Ma Maran va oltre, assicurando che il Comune è pronto a prendere in mano la gestione: “Lo dici una, due, tre volte- attacca l’assessore- secondo me bisogna superare questa situazione”.
Un accordo del genere “toglierebbe anche una scusa ad Mm- prosegue- dove ti dicono che sono meglio di Aler. Ma il nostro obiettivo è che tutti i milanesi vivano bene, anche se sono in case della Regione, non può essere una scusa questa qui”.
Insomma, “vorremmo prenderci la responsabilità di gestirle noi, poi se non vanno è colpa nostra. Se invece la cosa funziona abbiamo migliorato la vita di chi sta lì dentro”.
Maran continua nel suo affondo analizzando nello specifico alcune zone della città: “A Giambellino-Lorenteggio noi dovevamo fare la parte di spazio pubblico e la Regione doveva rifare i palazzi- spiega-. Lo spazio pubblico è a buon punto e in linea con le attese. I palazzi sono in ritardo di tre anni su cinque. Così non si fa”.
In ogni caso, per Maran, servirebbe un ragionamento sulla proprietà delle case popolari “anche nazionale”, dato che “per svoltare ci vorrebbe un commissario con poteri veri, andando a intercettare il Pnrr che offre delle risorse per cambiare le cose”.