di Mario di Maio – Poco tempo fa, in una delle sue esternazioni “aerospaziali” lo stesso papa Bergoglio ha ammesso che ogni Nazione ha il dovere di accogliere i clandestini “secondo le sue possibilità”, non un dovere assoluto.
In occasione dell’attuale pandemia la problematica connessa si sta non poco complicando per l’arrivo di navi cariche di ammalati. Dirottarle o respingerle potrebbe aumentare i contagi o anche i decessi di molte persone. Pertanto si impone e la cura in appositi siti “dedicati”. Vanno quindi prioritariamente attrezzati i luoghi disabitati perché immediatamente disponibili ed è su questo punto che l’Europa dovrebbe intervenire e provvedere, mentre i relativi costi andrebbero ripartiti fra tutti gli Stati membri, ovunque avvengano gli sbarchi.
Ovviamente si tratta di soluzioni/tampone necessariamente temporanee in attesa di organizzare le eventuali assegnazioni agli Stati che si dichiarino disponibili oppure i conseguenti rimpatri.
Comunque sia, è ora che le decantate migrazioni “storiche” finiscano e l’unico sistema è una nuova assistenza programmata e condivisa in sede ONU fatta di ingenti investimenti finanziari nel terzo Mondo nell’interesse degli Ospitanti e non degli Ospiti “ricchi”. È difficilissimo perché in agguato c’è sempre il neocolonialismo. Ma le alternative non sono molte.