Sanzioni in Siria, cristiani in ginocchio, l’Europa si dimentica ma non ACS

SIRIA: ACS APPROVA 40 PROGETTI PER UN TOTALE DI OLTRE 3 MILIONI DI EURO

MONTEDURO: «CERCHIAMO DI ALLEVIARE LE CONSEGUENZE DELLE SANZIONI ECONOMICHE»

siriamapAlleviare le sofferenze della popolazione e preservare il futuro della cristianità in Siria. Queste le due direttrici degli oltre 40 progetti appena approvati da Aiuto alla Chiesa che Soffre in Siria, del valore di oltre 3 milioni di euro. La Fondazione pontificia ha già donato 3.610.054 euro nei primi sei mesi del 2018, per un totale di oltre 25 milioni e 350mila euro dal 2011.

Oltre due milioni di euro del nuovo piano andranno a progetti di emergenza e assistenziali in favore della popolazione siriana per la quale alle sofferenze degli oltre 7 anni di guerra si sono aggiunte le conseguenze legate alle sanzioni economiche internazionali. «Queste sanzioni uccidono i siriani al pari delle armi – ci racconta il vescovo maronita di Aleppo, monsignor Joseph Tobji – Perché i bambini e i malati devono morire a causa della mancanza dii medicine? Perché i siriani devono morire di fame?».

Gli interventi di carattere umanitario ed emergenziale sono a beneficio delle diverse denominazioni cristiane, e comprendono progetti quali pacchi viveri per i rifugiati in diverse diocesi e città, fornitura di energia elettrica, assistenza medica, aiuti alle famiglie disagiate, kit igienici per i rifugiati.

«Così cerchiamo di rendere meno gravi gli effetti della guerra e soprattutto le ripercussioni che hanno sulla popolazione le sanzioni economiche – afferma il direttore di ACS-Italia Alessandro Monteduro – Un’immane sofferenza umana alla quale finora hanno risposto soltanto le Chiese locali e la generosità dei privati cittadini, come i benefattori di ACS».

Accanto agli aiuti d’emergenza continueranno, come sempre in questi sette anni, la ricostruzione di chiese, cappelle e monasteri distrutti da bombe e scontri –  per la quale sarà stanziato circa mezzo milione di euro – ed il sostegno alla pastorale, ad esempio attraverso le intenzioni di messe per i sacerdoti.

«Oltre un quarto dei progetti appena approvati – spiega Monteduro – è dedicato ai giovani ed ai bambini siriani, che rappresentano il futuro del Cristianesimo in Siria, con il preciso intento di fermare, o quantomeno arginare, l’emigrazione dei nostri fratelli nella fede». Secondo monsignor Tobji nel Paese sarebbe rimasto appena un terzo dei cristiani che vi vivevano prima della guerra. L’emigrazione, ha detto il presule, è «una ferita pericolosa che continua a sanguinare». Numerosi quindi gli interventi a sostegno dell’educazione rivolti a studenti di tutte le età: dalla scuola materna all’università. Nei prossimi mesi, 1215 alunni di istituti di vario grado e 437 studenti universitari di Homs beneficeranno di aiuti allo studio, così come anche 105 universitari di Damasco. Un supporto sarà assicurato in particolare alle famiglie più bisognose, le quali non possono permettersi di sostenere le spese scolastiche dei propri figli, e ai tanti bambini resi orfani dalla guerra.

Non mancano però anche progetti volti a far vivere ai piccoli siriani un po’ di quella infanzia che è stata loro rubata dalla guerra. ACS sosterrà diversi campi estivi organizzati dalle diverse parrocchie, e iniziative quali Fammi vivere la mia infanzia, proposta organizzata dalla parrocchia armeno cattolica della Santa Croce di Aleppo e rivolta ai bambini dai 3 ai 15 anni.

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