di ANGELO VALENTINO – Mentre si discute sui tempi, eterni dell’autonomia, nessuno va a vedere i conti e le prospettive del sistema sanitario. E’ lì che ruota tutta la partita, e chi governa sa bene che l’80% dei bilanci regionali, è sanità, assistenza, welfare.
E’ stato pubblicato un dossier sulle criticità della sanità. Il Piano Nazionale di Governo delle Liste d’attesa (PNGLA) 2010-2012 aveva previsto, a garanzia della trasparenza e dell’accesso alle informazioni su liste e tempi di attesa, un monitoraggio annuale sistematico della loro presenza sui siti web di Regioni e Province Autonome e di Aziende sanitarie. Tali informazioni, secondo quanto previsto dal successivo “decreto trasparenza”, dovrebbero essere rese pubblicamente disponibili a tutti i cittadini con l’obiettivo di favorire il controllo diffuso sull’operato delle Istituzioni e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.
E’ così? Come è andata? E’ andata male.
«L’Osservatorio GIMBE – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – ha rilevato che il Ministero della Salute non ha mai pubblicato i risultati del monitoraggio previsto dal PNGLA 2010-2012. In particolare, non è disponibile alcun report sui recepimenti regionali del PNGLA e sulla redazione dei piani attuativi aziendali, né tantomeno sulla rendicontazione pubblica dei tempi di attesa, oggetto solo di studi a campione effettuati da varie organizzazioni. Al fine di colmare tale vuoto istituzionale abbiamo finanziato una ricerca indipendente con la borsa di studio “Gioacchino Cartabellotta”».
La Fondazione va oltre e ci fa sapere che…
“L’obiettivo generale dello studio era di valutare il livello di trasparenza e il dettaglio delle informazioni fornite sulle liste di attesa dai siti web di Regioni e Aziende sanitarie, verificando la disponibilità delle delibere di recepimento del PNGLA 2010-2012 da parte di Regioni e Province autonome e dei piani attuativi regionali; la disponibilità dei piani attuativi aziendali; la disponibilità e lo stato di aggiornamento su siti web regionali e aziendali dei tempi di attesa relativi alle 43 prestazioni ambulatoriali oggetto di monitoraggio del PNGLA 2010-2012”.
Vediamo cosa è accaduto. La Fondazione Gimbe apre uno squarcio su un male micidiale.
La ricerca delle informazioni è stata effettuata sia consultando direttamente i siti web istituzionali di Regioni, Province autonome e Aziende sanitarie, sia tramite ricerche Google utilizzando specifiche parole chiave. I dati relativi ai siti di Regioni e Province autonome sono aggiornati al 6 maggio 2019, mentre quelli relativi ai siti delle Aziende sanitarie si riferiscono a dicembre 2018. Si riportano di seguito i risultati principali dello studio.
Regioni e Province autonome
• Piani Regionali: tutte le Regioni e Province autonome rendono disponibili sia le delibere di recepimento del PNGLA 2010-2012 sia i Piani Regionali per il governo delle liste di attesa che nel periodo 2010-2018 sono stati aggiornati e/o integrati in misura molto variabile.
• Trasparenza tempi di attesa: la rendicontazione pubblica relativa alle 43 prestazioni ambulatoriali previste dal PNGLA 2010-2012 è ancora lontana da standard ottimali ed estremamente variabile tra le diverse Regioni, nonostante il netto miglioramento rispetto ai risultati preliminari dello studio pubblicati a luglio 2018; in particolare:
o 9 Regioni (Provincia autonoma di Bolzano, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta) dispongono di portali interattivi;
o 8 Regioni (Provincia autonoma di Trento, Abruzzo, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto) rendono disponibili solo l’archivio storico con dati, range temporali e frequenza di aggiornamento estremamente variabili;
o 3 Regioni (Campania, Sicilia, Umbria) rimandano ai siti web delle aziende sanitarie senza effettuare alcuna aggregazione dei dati, rendendo impossibile valutare il range temporale e la frequenza di aggiornamento degli archivi storici;
o 1 Regione (Calabria) non fornisce alcuna informazione sui tempi di attesa.
Dall’analisi dei 9 portali interattivi, i più avanzati strumenti di trasparenza, emerge la notevole eterogeneità di struttura e funzioni da cui deriva la differente utilità per la programmazione sanitaria e per l’informazione al cittadino. Più in generale, nessuna Regione oggi fornisce informazioni complete sulle performance regionali sul rispetto dei tempi massimi di attesa, né i tempi di attesa delle strutture eroganti per ciascuna prestazione con indicazione della prima disponibilità per il cittadino.
Aziende sanitarie. Solo 49/269 (18%) aziende sanitarie rendono disponibile il piano attuativo aziendale, mentre l’83% effettua una rendicontazione pubblica sui tempi di attesa sul proprio sito o rimandando a quello della Regione; tuttavia, le informazioni disponibili sono frammentate ed notevolmente eterogenee rispetto alla potenziale utilità per gli utenti.
Volete leggervi il report integrale “Tempi di attesa: trasparenza di Regioni e Aziende sanitarie”? Eccolo: è disponibile a: www.gimbe.org/liste-attesa.