di Gigi Cabrino – Non sono sicuramente bei tempi quelli che sta attraversando la sanità piemontese.
Da un lato le cooperative di gettonisti che forniscono personale medico a costi anche tripli rispetto a quelli di medici regolarmente assunti, ma la sanità pubblica si sta rivelando sempre meno attrattiva per i professionisti che optano per il privato o per l’estero; dall’altro il provvedimento del Ministro Schillaci che intende limitare il ricorso ai gettonisti ai soli DEA, ma senza assunzioni interi reparti rischierebbero di chiudere dalla sera alla mattina.
Se è vero che il ricorso alle cooperative permette di imputare contabilmente i costi a voci diverse rispetto a quella del personale è vero anche che si tratta di una semplice partita di giro contabile ed i costi aumentano notevolmente; le associazioni di medici ed i sindacati non sanno più come dire che la soluzione sta in un serio piano di assunzioni remunerate in maniera appetibile per i medici, diversamente non se ne esce; intanto ci ritroviamo con interi reparti in cui operano medici delle cooperative di gettonisti che oggi son qua e domani chissà, medici sicuramente professionali e preparati, ma che non possono garantire una continuità di cura ed assistenza.
Inoltre i conti della sanità regionale sono molto a rischio, complici, anche, i 300 milioni promessi dall’allora ministro Speranza per le spese straordinarie sostenute durante la pandemia e non ancora arrivati.
L’assessore Icardi ha rinviato al mittente, con la raccomandazione di apportare tagli, i bilanci preventivi di diverse ASL e ASO piemontesi; infatti se il deficit dovesse superare i 450 milioni, pari al 5% del fondo regionale, si andrebbe dritti verso il “piano di rientro”, un commissariamento della sanità pimontese.
Si preannunciano, pertanto , ulteriori riduzioni di bilancio e ci si chiede come si potrà procedere all’assunzione di personale medico e sanitario comunque promessa e garantita dalle parti dell’assessorato e della maggioranza che guida la Regione
Ma soprattutto viene da chiedersi quanto siano attendibili i mirabolanti annunci relativi all’edilizia sanitaria, a leggere le dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza in regione nei prossimi mesi dovrebbero nascere nuovi ospedali come funghi.
Capiamo tutti che si tratta solo di annunci, come sull’ospedale del VCO: prima viene annunciata la costruzione di una nuova struttura, poi la “rigenerazione” – testuale- dei due esistenti.
Emblematica la situazione dell’ospedale di Alessandria; lo scorso anno, in campagna elettorale per le comunali, veniva confermato il nuovo ospedale nella destinazione individuata in zona Orti, senza che ci fossero né progetto né risorse finanziarie destinate; poi l’individuazione dell’area vicina ad un centro commerciale da parte della nuova amministrazione ( centrosinistra) subito contestata ovviamente dal centrodestra che ne propone una terza ( la destinazione Orti si è rivelata improponibile per questioni idrogeologiche); roba da perdere l’orientamento, il tutto senza considerare i suggerimenti di chi ricorda che l’attuale ubicazione dell’ospedale sarebbe ideale per un ampliamento importante e, soprattutto, senza che si sia provato a sentire l’opinione di medici ed infermieri che negli ospedali in questione ci lavorano; medici ed infermieri che, forse, avrebbero ricordato come il problema più urgente sia la mancanza di personale , non di strutture edilizie; inoltre nel resto della provincia ci si chiede quale sarebbe il futuro degli ospedali dei centri minori nel caso in cui venisse realizzato questo nuovo mega ospedale ad Alessandria.
Parole su parole, polemiche con botta e risposta continui su ipotetiche costruzioni di grandiosi ospedali, a un anno dalla fine del mandato amministrativo in regione , senza la possibilità di fare grandi investimenti per la situazione difficile del bilancio della sanità piemontese e con medici ed infermieri in fuga dalla sanità pubblica.
Ma davvero chi propone in queste condizioni grandiose opere di edilizia sanitaria pensa di essere credibile?
Gigi Cabrino -Grande Nord Piemonte