L'Inps chiude i suoi rubinetti alle terme. E il settore rischia di subire una mazzata non sostenibile, avvisa la Cgil. E' da Parma che sale l'allarme: la Filcams ducale, assieme al locale Patronato Inca, denuncia infatti "un'altra ingiustificabile ingiustizia" a danno del già' claudicante sistema termale. E' successo, spiega il sindacato, che "l'Inps, a differenza dell'Inail, non ha firmato "i protocolli operativi specifici riguardanti la ripartizione degli oneri tra servizio sanitario nazionale e gli enti previdenziali e assicurativi al fine di garantire il diritto alle alle cure termali". A rischio dunque il rimborso delle spese di viaggio e soggiorno (che sono appunto prestazioni economiche accessorie) di chi si cura alle terme su prescrizione medica. Non solo. Un mese fa, "unilateralmente" l'Inps ha cancellato dal suo portale la procedura telematica per l'inoltro delle domande per poter usufruire delle prestazioni accessorie delle cure balneo-termali. Risultato: "Con questa spiacevole novita', si rischia di colpire ulteriormente un settore gia' in crisi, già' endemicamente non prospero", avvisano Filcams e Inca. Basta guardare del resto a quanto sta accadendo a Salsomaggiore Terme, citta' che per decenni e' stata punta di diamante nel panorama nazionale e non solo: le ex Terme di Salsomaggiore e Tabiano sono dal 2015 in concordato, mentre l'Istituto Baistrocchi nei mesi scorsi ha avviato richiesta al Tribunale per un percorso simile. E in generale, il settore termale, che in Italia ha visto contrarsi i livelli occupazionali arrivando agli attuali 7.000 addetti circa, "sta vedendo avviati percorsi di privatizzazione forzata di alcune importanti e storiche aziende, anche attraverso procedure concordatarie, per evitarne fallimento o chiusura". Visto il panorama pieno di problemi del settore termale, "oggi sarebbero necessari investimenti e un rilancio anche attraverso la ripresa dell'ottima proposta di legge del settore che nell'ultima legislatura non fece in tempo ad essere approvata in nessun ramo del parlamento, cio' che rende ancor meno condivisibile questa operazione da parte dell'Inps, che peraltro non ottempera ad una disposizione di legge", dicono la Filcams di Parma e il Patronato Inca. Non resta pero' che fare appello perche' l'Inps "immediatamente riveda la propria decisione e affinche' in Parlamento si agisca per ridare al termalismo l'importanza e la strategicita' che merita, sia dal punto di vista della salute che del turismo". Nel frattempo, il Patronato Inca "si adoperera' per promuovere i necessari e doverosi ricorsi qualora da parte dell'Inps venissero rigettate le legittime domande dei lavoratori".