C’è chi vive sulla terra e chi sul pianeta “ghe pensi mi”. Ecco, il giovane leader del Carroccio, arriva dal pianeta “ghe pensi mi”. Si è accorto, dopo non so quanti anni, che le imprese sono tassate. Salvini, ma dove hai vissuto prima? Non ce ne eravamo accorti, ma ora per fortuna Salvini, un uomo della Lega, il partito che in 20 anni di tira e molla di governo poteva cambiare un po’ il Paese, e invece non ha fatto niente, né per i disoccupati né per le aziende, adesso lo dice: guarda che tasse. Arriva lui, dopo anni di politica dentro le segreterie politiche, mica in una impresa a lavorare, arriva a dire che insomma, le tasse sulle imprese sono insopportabili. Per fare cosa, ci viene da dire? Per ridurre l’Irpef? Per mandare l’Irpef a quel paese, il suo, “ghe pensi mi”?
Europarlamentare col bis, uomo da più poltrone e quindi in contrasto con la linea del nuovo corso, un culo una poltrona, Matteo Salvini, giovane e brillante occupante di sedie, scopre l’acqua calda. Scopre quello che la Cgia di Mestre scrive tutti i giorni da 15 anni e più, scopre quello che dice l’imprenditore che si suicida, scopre quello che pensano gli imprenditori che, al Nord, hanno votato non più per i proclami ma per Renzi, visto che il Pd ha sfondato il muro del Nord, e lo hanno fatto venire giù. Salvini, chiediti perché.
Giusto per il fatto che a furia di parole e di scoperte, del tipo, appunto, “le tasse sono alte”, “il cielo è blu”, “l’acqua è bagnata”, hanno fatto scappare il mondo imprenditoriale che nella Lega aveva creduto. Europarlamentare (risultati?) consigliere comunale (risultati?), in corsa con la rincorsa per fare il sindaco a Milano, di mestiere politico a vita, il caro Salvini deve spiegare ai cittadini che non bastano le dita di una mano in tv, uno due tre, da esibire per ripetere le solite cose, no euro, no immigrazione, e, ora, no tasse, perché le rivoluzioni fiscali fatte dalle sue parti sono state sempre un aborto. Forse non vi ricordate, nei primi anni ’90, quel non pagare l’Isi, la prima Ici della storia. Che fine fece? E il canone Rai? Per fortuna arrivarono le associazioni di consumatori a fare da istruttori per il corretto svolgimento del suggello dell’apparecchio. E la più recente protesta “non pagare l’Imu?”? Chi c’era, può ricordare una piazza semivuota a Verona mentre sul palco si invitavano i presenti a boicottare il fisco di Monti. Fu un successo… di pagamenti.
E che fine hanno fatto i sindaci guerrieri del Carroccio che dovevano ergersi a difensori delle tasse comunali? Un altro successo. Che le tasse sono alte e del fatto che Salvini se ne renda conto solo ora, passando dal cavallo dell’euro a quello del fisco, ci pare un’altra mossa rappresentativa del populismo che oggi raccoglie consensi gettando le reti nella pancia del dissenso.
Questo è il ruolo di Salvini per il sistema, oggi, intercettare, convogliare dentro il suo contenitore televisivo (è l’uomo più ricercato perché fa share) il malessere del Paese. Meno tasse per tutti, Salvini? Ci ricorda tanto qualcun altro. Solo che il vento del Nordismo l’ha raccolto oggi l’altro Matteo. L’ultimo muro da buttar giù per il Pd è il Veneto. Non a caso l’altro Matteo, quello che nella sua vita ha fatto solo il politico a tempo pieno, ora scende sotto il Po. Buon viaggio.