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Salvini scrive ai giornali: “Sto lavorando per la Lombardia”. Ha capito che il Nord gli volta le spalle

salvini poliziadi CORRADO CALLEGARI – Quattro lettere diverse ad altrettanti quotidiani locali lombardi sono state scritte dal ministro dell’Interno Matteo Salvini per spiegare le misure prese dal governo e l’impatto che avranno sui diversi territori della Lombardia. Il segretario della Lega nazionale sente il bisogno di ricucire uno strappo profondo con quella che era casa sua. E scrive a: La Provincia di Como, il Giornale di Brescia, La Provincia di Cremona e L’Eco di Bergamo. Il vecchio cuore della Padania un tempo felix.  E così in prima pagina  finiscono gli interventi del vicepremier con i provvedimenti generali e poi locali, dedicati a ciascuna delle 4 province di riferimento dei giornali, “per mantenere un contatto costante con il territorio” e spiegare come ha dato “immediata concretezza agli impegni assunti in campagna elettorale”.

Pensioni? No. Accise sulla benzina? No. Autonomia regionale? Neppure. Flat tax? Neanche.  Sta di fatto che a Milano il 13 dicembre scenderà in piazza il mondo produttivo, quelle imprese che fanno Pil, e i lavoratori che un lavoro non lo trovano più. La politica non si fa a colpi di pistolettate elettorali. Il distacco tra il palazzo e il Nord è evidente.
“La pensiamo diversamente”, scrive Salvini nella lettera inviata all’Eco di Bergamo e alla Provincia di Como, ma a tutti assicura di “non aver sottovalutato i dibattiti locali degli ultimi mesi” e di aver “preso nota”. Dalle misure sull’immigrazione al potenziamento degli organici delle forze dell’ordine, Salvini ricorda l’impatto che avrà il Dl sicurezza sulle singole comunità e poi segnala le principali novità della manovra e i prossimi obiettivi del governo. “In sintesi – conclude Salvini – vogliamo passare dalle parole ai fatti. Il dialogo col territorio e gli amministratori sarà sempre aperto”.

Ma il Nord non è solo furti in villa, Salvini. E’ residuo fiscale, tasse, scuola, occupazione dello Stato nell’iniziativa privata per mantenere ciò che non si vuole assistere. Di Nord, non ne esiste nel governo gialloverde. Esiste un ministro per il Mezzogiorno. La rappresentanza è un’altra cosa. Il consenso della Lega, oggi, va ad intercettare i disperati del ceto medio che prima stavano al centro, e che ora si sono spostati a destra per la ricerca di sicurezza sociale che però è destinata solo al Sud, col voto di scambio. Il populismo sta proponendo solo obiettivi possibili che si sa non si potranno mai raggiungere. Salvini i comizi sui problemi del Nord, nelle piazze, non li sentiamo più dai tempi di Umberto Bossi. Lui, faceva tremare i palazzi di Roma. Oggi, che la Lega è Roma, Salvini manda le lettere di Natale ai babbi di minchia del Nord. Non ci caschiamo, Teo.

salvini

Corrado Callegari, responsabile confederazione Grande Nord Veneto

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