Era, probabilmente, un’inchiesta a suo carico per la presunta cessione di sostanze stupefacenti, il motivo per cui Luca MORISI lo scorso 23 settembre aveva lasciato improvvisamente l’incarico di guru dei social di Matteo Salvini, adducendo appunto “motivi personali” e non politici. Sono tre le persone che avrebbero accusato MORISI, inventore della cosidetta ‘bestia’, il meccanismo molto aggressivo che in pochi anni ha reso il leader del Carroccio il politico più seguito sui social network e non solo, di aver venduto loro delle sostanze stupefacenti: accuse in seguito alle quali la Procura ha aperto un’indagine, che non esclude comunque che la cessione sia stata occasionale. “Non ho commesso alcun reato – sottolinea MORISI – ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo: chiedo scusa”. Matteo Salvini oggi ha commentato pubblicamente quanto avvenuto: “Quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, e Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri, prima ti arrabbi con lui, e di brutto. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi. Amicizia e lealtà per me sono la Vita. In questa foto avevamo qualche anno e qualche chilo in meno, voglio rivederti presto con quel sorriso. Ti voglio bene amico mio, su di me potrai contare. Sempre”.
Le reazioni degli avversari politici però non sono esattamente dello stesso tenore, forse perché molti di loro sotto gli algoritmi della Bestia ci sono finiti in passato. ” Mi chiedo se qualcuno citofonerà a casa di Salvini, spero non succeda perché le fragilità umane non devono essere oggetto di propaganda”, dice la ministra delle Politiche giovanili Fabiana Dadone, in riferimento all’episodio in cui Salvini andò a citofonare a casa di presunti spacciatori. “MORISI dovrebbe firmare per il referendum sulla cannabis” ironizza Elio Vita, forzista. E Mattia Santori, leader delle Sardine, spiega che “MORISI è moralmente già colpevole”. Più sobrio e garantista Matteo Renzi: “non faremo alla Bestia ciò che lui ha fatto noi”.